Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/66

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36 capitolo ii.

è scritto: «Haec de meo ingenio primordia dicendi Jacobus Leopardi exaravi;» e contiene venti componimenti latini, dei quali può essere curiosità non in tutto vana scorrere gli argomenti. Insieme alla illustrazione di questa sentenza di Giovenale: Nobilitas sola est atque unica virtiis, a un discorso imprecativo contro il perfido Sinone, ad una descrizione dell’inverno, c’è il lamento di Eva sulla morte d’Abele, una preghiera a Maria Vergine, e una Obsecratio, Divo Francisco Salesio, ut animam ab illecebris tueatur. Con le composizioni latine non mancano fra i manoscritti di quell’anno, anzi abbondano le italiane, in prosa ed in versi, versi di tutte le forme, sonetti, canzonette, canzoni, terzine, ottonari rimati, endecasillabi sciolti. C è un poemetto di tre canti, I Re Magi, in endecasillabi; un altro pure di tre canti in sestine, Il Balaamo; e una raccolta di poesie in vario metro su Catone in Affrica, che comincia con la Descrizione del campo di Farsaglia, e finisce con la Morte di Catone (terzine) e Cesare vincitore (sonetto). Accanto ad una Dissertazione accademica sul quesito Se sia più nocevole all’uomo l’ozio o la fatica, ce n’è un’altra che ha questo titolo: Caesarcm Tyrannum fuisse raiionibus probatur. I quinternetti degli studi di Giacomo de’due anni 1809, 1810, sono non meno di venti, cinque del primo anno, quindici del secondo; e di ognuno è interessante vedere il contenuto.

Non tutti i manoscritti dei lavori scolastici del Leopardi si conservano nella biblioteca della famiglia: alcuni andarono certamente dispersi. Io ho veduto un catalogo delle produzioni di lui dall’anno 1801 in poi, compilato da lui stesso. È un quinternetto di pochi fogli con una copertina di carta a colori marmorizzata, nella prima pagina questo frontespizio: Indice|delle produzioni di me|Giacomo Leopardi|dall’anno 1809 in poi|Recanati. Nell’angolo in basso a destra è scritto d’altra mano l’anno 1812: e lo pro-