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Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/129

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122 ciceruacchio e don pirlone

prevalere la cura e il pensiero dei dogmi cattolici sopra i pensieri e le cure di principe temporale: e ben ha ragione, qui nella sua difesa di Pio IX, lo Spada1.

La colpa e l’errore eran di tutti: in alto e in basso ’pur troppo si principiava a vaneggiare2; no: non si principiava; si era già principiato, fin dal 16 luglio, tanto per parte del Pontefice, quanto per parte del popolo: quando l’uno, tratto dal desiderio del bene e dalla brama di conciliare il dogma e la libertà, gli interessi del suo popolo coi diritti della Chiesa; l’altro, mosso dalle sue aspirazioni e da’ suoi ideali a sperare e a confidare che il Papa potesse essere, a un tempo, capo dei duecento milioni di Cattolici e duce dei venticinque milioni d’Italiani nell’opera della rigenerazione nazionale, difensore di dogmi e propugnatore di libertà, avevan creduto fermamente possibile un accordo, che era assolutamente impossibile. Nell’estasi naturale e logica di quei primi entusiasmi, nè Pontefice, nè popolo videro l’ombra della contraddizione che, rigida, severa, imponente avvolgeva nelle sue spire inesorabili tutta quella situazione: onde tutti furono furiosamente travolti dalla rapina di quella immane contraddizione. Ma tutto ciò vediamo noi oggi, a cinquant’anni di distanza, con la scorta della esperienza che ci porgono tutti gli avvenimenti svoltisi successivamente al triennio 1846-49 e fino ad oggi; tutto ciò vediamo noi che abbiamo raccolto tesoro di documenti su quella età, noi che quei documenti possiamo collegare, riconnettere, armonizzare per trarne luce elettrica a illuminare il cammino percorso dai padri, noi quindi che siam dotti della sapienza, del poi; ma tutto ciò non potevano intendere coloro che erano attori appassionati in quel gran dramma.

Il giorno 11 novembre, promosso dal Montecchi, dallo Sterbini, da Ciceruacchio, dal Checchetelli, dal Meucci, dal Zauli-Sajani, dal Guerrini, e da altri, si tenne al teatro Alibert un banchetto offerto da circa seicento Romani a trecento patrioti non romani, ma a Roma convenuti per le feste del possesso di Pio IX. Lo Spada - che è invelenito contro questo innocente

  1. G. Spada, op. cit., vol. vol. I, cap. VII, pag. 125.
  2. F. A. Gualterio, op. cit., vol. V, cap. IX, pag. 123.