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particolari un grave e autorevole storico, quale è il Ranalli, è ampiamente confermata da altri scrittori1.

Ma questa pubblica sciagura, con la quale sembrava volersi chiudere l’anno 1846, non fu sola: un altro dolore ferì gli animi di tutti i patrioti d’Italia, per la morte di Federico Confalonieri.

«Lontano dalla patria questo antico martire dello Spielberg senti l’eco dei plausi e il palpito delle speranze dei concittadini suoi. Vide i giorni che si appressavano, salutò la stella apparsa sull’orizzonte, obliò e benedisse il suo martirio e le ben sofferte sventure; e non reggendogli l’animo di restarsene a rimirar da lunge l’aurora dei giorni invocati, corse ad abbracciare i fratelli suoi e la terra natale. Ma i giorni di Federico Confalonieri erano numerati, e stava scritto nei decreti della Provvidenza che l’uomo il quale aveva sofferto tanto per la sua patria, non dovesse subire il secondo martirio nel vederne i deliramenti e le sventure»2.

Il 10 dicembre, mentre il gagliardissimo uomo, che sopportò impavido tredici anni di carcere duro allo Spielberg e come il Farinata del divino Alighieri:

. . . . . . . . . . . . . non mutò aspetto,
Nè mosse collo, nè piegò sua costa


tornava in Italia, nel piccolo villaggio di Hospental d’Uri esalò l’anima fortissima.

Grande fu il dolore degl’Italiani nell’apprendere l’infausta notizia, immenso quello dei Milanesi e dei Lombardi. Solenni esequie gli furono rese nel Duomo di Milano, alle quali, come a una manifestazione di patriottismo, traeva tutta la nobiltà, la borghesia, il popolo, fra le smanie paurose del Torresani, del O’Donnel, del Bolza e della polizia austriaca3. «I giovani patrizi della Società dell’Unione di Milano aprivano una sottoscrizione per innalzargli su quegl’erti confini d’Italia un funebre monumento, che quivi stesse come esempio agli Italiani,

  1. A. Colombo, op. cit., pag. 30 a 32. Cf. con Padron Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, popolano di Roma, Cenno biografico, terza edizione, accresciuta fino ai fatti della macchinazione del 17 luglio. Roma, presso l’editore Alessandro Natali, 1847, pag. 14-19; e con F. De Boni, op. cit., parte II, § 9
  2. Gualterio, op. cit., vol. V, cap. X.
  3. Dott. C. Casati, op. cit., vol. I, § 3.