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Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/139

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132 ciceruacchio e don pirlone

da fiato, e quest’ultima schiera era diretta dal maestro Magazzari, il quale aveva scritta la musica dell’inno dettato da Filippo Meucci: «La bandiera del popolo era a capo dei cantori; essa era recata a mano dall’ottimo popolano Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, il quale, distinguendosi ogni dì di più per le qualità che lo adornano, diverrà una di quelle a celebrità popolari che in ciascun secolo presentò l’Italia nostra, feconda sempre di uomini generosi e prodi»1.

Il Papa, allorchè quella immensa moltitudine fu tutta agglomerata sulla piazza, che ne rimaneva tutta ingombra, apparve sulla loggia a benedirla: «In quell’istante si apriva uno stendardo, situato in vicinanza dell’obelisco che si innalza in mezzo alla piazza, mostrando agli occhi di tutti la seguente iscrizione, che io trascrivo, non per onorare una mia fatica con la stampa, ma per l’importanza storica del fatto:

O PRINCIPE E SACERDOTE
in questo giorno d'augurii
tutti i popoli
raddoppiano fede e speranza
perchè
col cuore ti inviano un voto
si prolunghi il tempo del tuo regno
insino a tanto
che la nostra felicità.
superi
la tua gloria2.

Dopo la benedizione si fece un gran silenzio, e il coro dei cinquecento cantori, accompagnato dai settanta strumenti a flato, intuonò l’inno, che fu poi detto inno di Pio IX:

 Del nuov'anno già l'alba primiera
Di Quirino la stirpe ridesta,
E l'invita alla bianca bandiera
Che il vicario di Cristo innalzò.

 Esultate, o fratelli, accorrete
Nuova gioia a noi tutti s'appresta,
All'Eterno preghiera porgete,
Per Colui che la pace donò.

  1. O. Gigli, opusc. cit., pag. 35.
  2. Lo stesso, ib., pag. 36.