Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/160

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capitolo terzo 153

Mostri! che propinarono
Troppo col piede immondo,
E avvelenar coll’alito
Questo giardin del mondo;
Che mescolar con Vitale
Donne l’orrendo seme,
Che fan delitto al misero
Se generoso freme,
Che fan le genti piangere
Dove sorride il sol!

Mostri! che inesorabili
Dove trovar l’ingegno
Perennemente il fecero
D’estreme ingiurie segno;
Che le discordie soffiano
Perchè Italia non s’erga (sic)
Che in onta a Dio sugli uomini
Fan sibilar la verga,
Che all’orda gesuitica
Schiudon l’infame vol.

Oh mostri, mostri!... vindice
Un vento mugge, e Dio
Dentro a soffiarvi impavido
T’ha suscitato, o Pio:
Oh! qua sui colli inalbera
Patrio vessil la Croce
Oh! leva, levagli sonito
Dell’inspirata voce
E per l’Italia un unico
Urlo risponderà.

E mille tremendissimi
Del Vaticano ai tuoni
Vedransi e mille sorgere
Soldati e Gedeoni;
E spariranno i Teutoni
Satelliti da noi,
Ed ai guerreschi aneliti
Degl’italiani eroi
Della tedesca Gerico
La cinta crollerà!

E allor dall’ime viscere
Di servitude l’empio
Seme distrutto, fervidi
Ritorneremo al Tempio:
E Tu vedrai mitissimi
Prostrarsi e scioglier voti
Quei che dapprima irrisero
Increduli o indevoti,
E sorto grande il Popolo,
Grande sarà l’Altar!