Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/168

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capitolo terzo 161

celebrare l’anniversario duemillesimo seicentesimoprimo della fondazione di Roma.

Infuria terribilmente lo Spada contro Pietro Sterbini, che fu principale promotore di quel banchetto. Sofisticando e sottilizzando sui fini che lo Sterbini si proponeva col resuscitare nelle patrie memorie - fini scellerati, già si intende - lo Spada riferisce il primo periodo del foglietto anonimo, intitolato: Un romano ai suoi concittadini e lo fa seguire da un così puerile e sciocco commento, di cui sdegnerebbe chiamarsi autore un fanciullo, frequentatore della terza elementare.

«Siccome poi le prime parole - scrive lo Spada - del foglietto dicevan cosi: " Nel giorno 21 di aprile di quest’anno 1847 vengono compiti 2598 anni1 da che furon gittate le prime fondamenta di questa eterna città " parte che si voesse, facendo una parentesi del Papato e dell’èra cristiana, cominciare a proseguire l’antico millesimo».

Conseguenze legittime del quale sciocco ragionamento dorebbero essere queste, che, per non offendere la suscettibilità dei papi e dei papalini scrupolosi come lo Spada, Roma non dovrebbe essere ritenuta fondata da Romolo, ma da San Pietro e che i 754 anni di vita gloriosissima nei quali il gran popolo latino, prima che apparisse nel mondo Gesù Cristo, conquistò il mondo mediterraneo e, con Caio Giulio Cesare fondò la monarchia universale, dovrebbero considerarsi come non trascorsi e dovrebbero essere soppressi dalla cronologia storica.

Ma se si voleva celebrare il natale di Roma, in qual modo mai ci si potevano fare entrare il Cristianesimo e il Papato, che apparsero settecentocinquantaquattro anni dopo che Roma era stata fondata?

Se il Cristianesimo e il Papato potessero anche essere considerati - e, forse, in avvenire, fra quattro o cinque secoli, saranno considerati - come una lunghissima parentesi nella storia

  1. Qui in una nota, lo Spada osserva che per errore quell’anno si computò il 2598, non adottandosi allora, come pur si deve, l’éra Varroniana, secondo la quale quel computo poi fu corretto. Però doveva dirsi l’anno 2600. A me sembra, invece, che dovesse dirsi 2601; perchè, essendo la fondazione di Roma (o almeno il suo primo apparire, come Stato costituito, nella storia) fissata all’anno 754 avanti Cristo, se a questi 754 avanti Cristo si aggiungono i 1847 dopo Cristo, debbe risultarne che l’anno 1847 dell’èra cristiana era il 2601 dell’èra romana.