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le ventuna provincie dello Stato. E il Diario di Roma, giornale officiale, nel suo numero del 7 agosto, aveva annunciato alle popolazioni i nomi degli eletti, i quali erano già stati pubblicati il 30 luglio dalla Bilancia, meno quello dell’Odescalchi, e riprodotti il 3 del successivo agosto dalla Pallade1.

Ecco i nomi dei ventiquattro consultori, colla indicazione della provincia da ciascuno rappresentata:

Roma Barberini principe Francesco,
   » Odescalchi principe Pietro,
   » Vannutelli avvocato Giuseppe,
Comarca Lunati avvocato Giuseppe,
Bologna Silvani avvocato Antonio,
      » Minghetti Marco,
Ravenna Pasolini conte Giuseppe,
Forlì Paolucci de' Calboli marchese Luigi,
Ferrara Recchi nobil uomo Gaetano,
Ancona Simonetti de' Pupi de' princ. Annibale,
Macerata Ricci marchese Amico,
Perugia Donnini conte Luigi,
Urbino e Pesaro Ferri conte Carlo,
Camerino Peda nobil uomo Gio. Battista,
Fermo Felici cavalier Antonio,
Ascoli Sgariglia Dal Monte conte Ottavio,
Spoleto Di Campello conte Pompeo,
Viterbo Ciofi avvocato Luigi,
Velletri Santucci avvocato Luigi,
Rieti Piacentini avvocato Giuseppe,
Frosinone De Rossi avvocato professor Pasquale,
Orvieto Gualterio marchese Filippo Antonio,
Civitavecchia Benedetti avvocato Francesco,
Benevento Sabariani de' baroni Giacomo.

In questa piccola assemblea, come è facile scorgere, dominavano gli elementi conservatori e liberali moderati e, appena appena, penetravano due o tre liberali decisi a spingersi innanzi nelle vie del progresso.


  1. Bilancia del 30 luglio n. 25; Pallade del 3 agosto, n. 27.