Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/216

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capitolo quarto 209

Quattro di questi consultori furono poi, prima del 15 novembre, giorno in cui si riunì la Consulta di Stato, sostituiti da altri; invece del conte Carlo Ferri rappresentò la provincia di Urbino e Pesaro il conte Luigi Mastai, il Sabariani fu sostituito nella rappresentanza di Benevento da monsignor Bartolomeo Pacca, il marchese Ricci in quella di Macerata dall’avvocato Lauro Lauri e il cavalier Felici dall’avvocato Michele Adriani nella rappresentanza della provincia di Fermo.

L’occupazione arbitraria di Ferrara, intanto, e la lotta diplomatica che il Governo pontificio, appoggiato dal re Carlo Alberto e dal Ministero inglese soltanto, sosteneva contro l’Austria favoreggiata dalla Russia, dalla Prussia e, in parte, anche dalla Francia, accrescevano le simpatie e l’affetto degl’Italiani verso Pio IX, di che son prova, oltre gli indirizzi patriottici dei comuni dello Stato che continuavano a pervenire numerosissimi al Pontefice, un sonetto, pubblicato il 17 luglio 1847 dal barnabita padre Paolo Venturini e la sottoscrizione pubblica, apertasi in Volterra, nell’agosto di quello stesso anno, ad iniziativa del canonico Filippo Gori e dell’abate Gaetano Righi, per collocare nel Collegio di san Michele, tenuto dai padri Scolopi in quella città, il busto in marmo di Pio IX, il quale, da giovinetto, era stato allievo in quell’Istituto.

Già la Direzione del Collegio aveva posto una lapide rammemorante il discepolo del Collegio, salito all’altissima dignità pontificale; ma l’entusiasmo dei Volterrani non si accontentava della lapide, voleva un busto raffigurante il Papa adorato, busto che si era assunto l’impegno di scolpire l’insigne artista Lorenzo Bartolini1.

Il sonetto del barnabita, poi, scritto a nome degli amnistiati politici ed esprimente i loro sentimenti di gratitudine e di devozione al Pontefice e rinnovante il loro giuramento di fedeltà, è dettato con tale vigoria di aspirazioni militari e guerriere che manifesta chiaramente come l’unità di pensieri, di desideri e di propositi esistesse ancora completa - non ostante le oscillazioni, le renitenze e gli scrupoli del Papa nel procedere alle aspettate riforme - fra sudditi e principe, quantunque possa il sonetto

  1. Pallade del 4 settembre 1847, n. 51.