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212 ciceruacchio e don pirlone

siasmo della patria virtù.Il duca Sforza Cesarlni imbandì al quartiere per tutto il battaglione un sontuoso rinfresco, e dicendo sontuoso non esageriamo punto. Il civico Fabio Nannarelli aringò fra gli applausi1.

Ma per quanto il cardinale Ferretti e monsignor Morandi, atteggiandosi a liberali più che non fossero, cercassero di assorgere al livello del patriottismo e della eccitazione del popola romano, come lo dimostra - e questo avvenimento valga per i molti altri che potrei addurre - il fatto che, durante l’estrazione della tombola, nel Foro Agonale, domenica 5 settembre, apparissero insieme, alla moltitudine ivi adunata, dalla loggia della casa abitata dal commerciante Clemente Scarsella, il cardinale Ferretti, monsignor Morandi e Ciceruacchio, applauditi a furore2, pur tuttavia il segretario di Stato e il governatore di Roma rimanevan sempre al retroguardo dello spirito pubblico, per quella benedetta ragione delle insidiose e tenebrose mene dei reazionari, sempre in maggioranza e imperanti nella vecchia curia, come lo dimostra un altro fatto quanto vero e singolare, altrettanto incredibile.

La sera del 7 settembre si ponevano per la prima volta nel caffè delle Belle Arti, i busti in marmo di Pio IX e di Vincenzo Gioberti, in mezzo ad una grande folla plaudente. Fra quei plaudenti erano il principe di Canino, il maggiore Galletti e il banchiere inglese Macbean, da moltissimi anni domiciliato in Roma, vestiti tutti tre dell’assisa civica. Nella foga del loro entusiasmo essi divisarono di andare ad applaudire sotto le finestre delle ambasciate di Sardegna e di Toscana i nomi del re Carlo Alberto e del granduca Leopoldo, i quali si eran messi di quei giorni, sulla via delle riforme.

Detto fatto e, comunicato il loro pensiero a molti giovani lì presenti, i tre muovono per il Corso gridando ad alta voce viva l’Italia! ... e recatisi alla residenza del ministro sardo Pareto e del ministro toscano Bargagli applaudirono alla lega doganale, all’unione dei principi italiani, all’Italia. Chi lo crederebbe? Il Galletti, maggiore della guardia civica, fu arrestato per quel

  1. Pallade del 3 settembre, n. 50.
  2. Pallade del 7 settembre, n. 53. Cfr. con G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XVIII.