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Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/239

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e di questa guisa onestamente serviva il proprio Governo, benemeritando dell’Italia. Ei fu segno ad accuse stolide che l’istoria disdegna, siccome quella che fa fondamento ai giudizl non sulle passioni e le insanie dei partiti, ma sui documenti e sulla scienza dei fatti. La lettera oggi pubblica di lord Palmerston, che porta la data di Londra delli 18 settembre 1847 documenta, che il Governo inglese dava a lord Minto lo incarico di accertare il Governo sardo di sincera amicizia e cordiale benevolenza, non che di attestare, come stimasse non escusabili atti di flagrante violazione del diritto internazionale le minaccie di invasione austriaca per gli aspettati organici mutamenti dello Stato. - Cosi doveva in Firenze lodare il nuovo indirizzo che pareva avere preso il Governo, ed a Torino, a Firenze ed a Roma doveva studiar modo di dare consapevolezza dei sensi, delle opinioni e delle mire dell’In-

    è risaputo anche dagli allievi della quinta elementare che la prima guardia civica istituita in Italia fu la romana e che il Granduca di Toscana e il Duca di Lucca concessero l’armamento delle milizie cittadine nel settembre 1847, mentre la romana era stata ordinata nel luglio, e che Carlo Alberto e Ferdinando II accordarono la guardia civica soltanto sul principiare del ’48.
          E perchè il lettore abbia pure un concetto dello stile, del galateo e della carità evangelica del prete Croce, riferisco qui il frammento in cui sì narra della missione di lord Minto.
          «Il Mazzini.... principale motore delle società secrete aveva complici perfino in seno ai Governi. Il capo d’uno dei più potenti fra loro, lord Palmerston, primo ministro della regina d’Inghilterra, covava un odio di settario contro il cattolicismo (!!). Egli mandò in Italia un plenipotenziario, lord Minto, con manifesta missione di dare buoni consigli ai sovrani, ma coll’ordine segreto di fare ogni opera per sollevare Napoli, Firenze e specialmente Roma, Lord Minto apriva in Roma i suoi saloni a uomini cospiratori, ieri amnistiati da Pio IX, oggi traditori e spergiuri. Difeso dalle immunità diplomatiche, accoglieva intorno a sè la feccia di tutta Roma: il Galletti, il Materazzi, il Tofanelli ed Angelo Brunetti, arruffapopolo famoso sotto il nome di Ciceruacchio, il principe Carlo Bonaparte, il cui padre Luciano aveva ricevuto dalla bontà di Pio VII il palazzo che abitava (!!) e il titolo di principe di Canino, il giornalista Sterbini, medico, poeta e, sopra tutto, cospiratore contro la società (!) e contro Pio IX, A queste congreghe tenebrose mancava il solo Mazzini, ma vi assisteva per lettere (!!). Allora gli assembramenti popolari guidati e retti da questi farabutti (!!) incominciarono a prender l’aspetto di ribellione, ecc., ecc. (op. indicata, cap. VIII, pag. 31)
          Nè minori imputazioni dà a lord Minto - nè meno sbugiardate di quelle del Croce dalla pubblicazione dei Documenti inglesi e da quella fatta da Nicomede Bianchi - Cesare Cantù (Cronistoria, vol. II, cap. XXXVIII) il quale non accetta prove, non ammette documenti; la verità storica deve essere quella che cervelloticamente e autocraticamente afferma lui; per lui non c’è Cristo che tenga ...quod dixi, dixi.