Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/272

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capitolo quinto 265

moltitudine, rassicurandola: egli si condurrebbe subito presso il Papa e manifesterebbe i sentimenti del popolo romano; stessero quieti; le cose si racconcerebbero.

E difatti, accompagnato da Ciceruacchio, egli si recò al Quirinale, dove potè penetrare e persuadere il Papa come in inganno egli fosse stato condotto e come nessuna ombra di cospirazione o di tumulto vi fosse in città.

E su questo particolare, è importante notare che se Ciceruacchio non penetrò di persona fino al trono del Pontefice, vi giunse in ispirito; avvegnachè in quel momento, egli, amato, stimato, temuto, fosse il vero arbitro delle moltitudini e, per conseguenza, il vero arbitro della situazione; e avvegnachè al principe Corsini, mentre egli lo accompagnava al Quirinale, con energia e schiettezza popolana ripetutamente esprimesse illegittimo risentimento cittadino per quelle mene dei sanfedisti e dei gesuiti, per mezzo delle quali si procurava di fare sorgere dissidio fra il Ponteflce, da tutti venerato, e il suo popolo1.

Allorchè il principe Corsini tornò dalla sua ambasceria e assicurò, in piazza Madama, dove il popolo era più affollato, la moltitudine che, all’indomani il Papa sarebbe uscito dal Quirinale e avrebbe percorso, senza guardie, le vie principali della città, per dimostrare che egli aveva piena fiducia nel suo popolo,

  1. Tutti gli storici di questi avvenimenti, Balan, Balbo, Balleydier, Belviglieri, Cantù, Croce, D’Amelio, D’Azeglio, De Saint-Albin, D’Arlincourt, Farini, Grandoni, La Farina, Lubienscki, Montanelli, Miraglia, Perrens, Pinto, Ranalli, Reuchlin, Roy, Ruth, Saffi, Tivaroni, Zellor, ecc. avversari od ammiratori di Ciceruacchio, riconoscono, alcuni biasimandola, altri loandola, la grande sua potenza sulle moltitudini, specialmante in quel momento. Il H. Reuchlin, (op. cit., vol. I, cap. IX, pag. 299, afferma che «nessuno era in quei giorni più potente pel mantenimento dell’ordine del solo Ciceruacchio, protettore del cardinale Ferretti». Il Ruth (op. cit., vol. II, cap. II, pag. 121, afferma che «il principe Corsini dovette chiedere l’aiuto di Ciceruacehio pel mantenimento dell’ordine dei giorni 1 e 2 gennaio 1848». Cf. F. T. Perrens, op. cit., II, pag. 32 e 33, I. Zeller, op, cit., cap. II, pag. 41; A. Colombo, op. cit, II, da pag. 61 a 66; e tutti i giornali di quel tempo.
          Il De Saint-Albin, per non venir meno alla sua abitudine di mescolare favole, menzogne e calunnie negli avvenimenti che viene narrando, afferma qui che il cardinale Ferretti fece battere la generale, si prenentò lui stesso in Trastevere, teatro di questi ultimi disordini, e, accompagnato da dragoni e da carabinieri, soffocò la sedizione! De Saint-Albin, op. clt., vol. I, cap, IV, pag. 100;. Tutta roba di pura o pretta invenzione del favoleggiatore fanatico clericale francese!