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282 ciceruacchio e don pirlone

E sapevasi che il maresciallo Radetscky volgeva arditi pensieri nella mente e consigliava Vienna a rompere gli indugi, e proponeva correre addosso al centro d’Italia, dettar legge a Firenze ed a Roma, accampare forsanco sulla Sesia ed occupare Alessandria?»1.

E, se sapevasi tutto ciò che il Farini afferma - e con lui parecchi altri storici - non era naturale lo impulso dell’istinto dì conservazione che traeva il popolo romano a pensare alle difese e a chiedere ad alta voce buone armi e sperimentati capitani?

Frattanto a dare soddisfazione al popolo, o anche a una parte del popolo, ancora irritata per la diffidenza mostrata dal Pontefice il primo dell’anno, era stato invitato a dimettersi l’assessore di polizia Ferdinando Dandini, le cui opinioni reazionarie erano ben note e gli fu sostituito in quell’ufficio Francesco Perfetti di Pesaro, che era stato investito di consimile carica durante il regno italico ed era, poi, stato condannato a perpetuo ergastolo pei moti rivoluzionari del 1831.

Ma ad accrescere l’agitazione di quell’ambiente, in istato di ebollizione, giunsero il 17 gennaio in Roma le prime notizie della rivoluzione, avvenuta il 12 a Palermo e diffusasi poi per tutta la Sicilia.

Già da molto tempo i Siciliani si agitavano; due partiti, ugualmente potenti nell’isola, quello che voleva la divisione dal continente napoletano e la costituzione della Sicilia in regno separato, e quello unitario della Giovine Italia andavano preparando un sommovimento, tanto più facile a seguire quanto minore era il numero dei proseliti del Borbone fra le popolazioni sicule. Il perchè il giorno 12, dopo replicati avvisi mandati al Governo borbonico affinchè volesse evitare effusione di sangue, ristabilendo la costituzione, già data, nel 1812, e poi ritolta ai Siciliani, visto inutile ogni tentativo di pacifico componimento, una mano di audaci giovani trasse per le vie con bandiere e

  1. L. C. Farini, op. cit., lib. II, cap. IX, pag. 319; Archivio triennale italiano, vol. I, pag. III; L. Mickiewicz, op. cit., vol. I, cap. I, § 2o; G. Massari, La vita e il regno di Vittorio Emanuele II, già citata, vol. I, § 2°, A. Saffi, op. cit., cap. V, pag. 99; Eduardo Duller, Storia del popolo tedesco dalle origini, ecc., Torino, cugini Pomba e Comp. editori,?853, vol. II, appendice, cap. VIII, pag. 286.