Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/302

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capitolo quinto 295

«Lette queste parole, Roma va sossopra per letizia, e cosi tutto lo Stato, e cosi tutta l’Italia; ma di che si rallegrano i popoli, onde viene la loro esultanza? Da fatalissima e universale cecità, che parrà inesplicabile agli avvenire! Pio IX parla da Pontefice, ed il popolo crede che egli parli da Principe italiano; Pio IX si dichiara deliberato a difendere il Pontificato ed il popolo lo crede apparecchiato a liberare l’Italia; gl’Italiani non vogliono più sopportare i forestieri dentro i loro confini, ed il Pontefice proclama lo solidarietà di tutti i popoli cattolici nella difesa del Papato, E gl’Italiani si rallegrano alla proclamazione di questa dottrina, gioiscono di avere dugento milioni di fratelli di ogni nazione e di ogni lingua, pronti ad accorrere in difesa della Sede Apostolica da oltr’Alpi e oltremare, di quella Roma, ch’e’ sperano centro della nazionatila italiana ed il Papa dice centro della cattolica unità!»1.

È vero: anche il popolo era acciecato dalla passione e non vedeva, neppure qui, dove l’eloquenza di monsignor Corboli-Bussi, autore dell’allocuzione, l’aveva cosi chiaramente manifestata, la contraddizione che rigida, severa, irremovibile, agghiadava, con la lunga ombra della sua gigantesca e spettrale figura, tutti gli entusiasmi di quella situazione. Ma le moltitudini si soffermavano alle frasi che più le commovevano e che meglio sembravano corrispondere e collimare con i propri desiderii, con le proprie aspirazioni e coi propri ideali. Il Pontefice che, in nome della religione, benediceva la patria era cosa cosi singolare, cosi inusitata!... Da tanto tempo i popoli erano avvezzi a vedere divise ed avverse fra loro le due idee che quelle due parole rappresentavano, che il vedere ora quelle due parole associate in una benedizione del Papa traeva all’entusiasmo e impediva di soffermarsi sul concetto fondamentale a cui si inspirava l’allocuzione. La benedizione papale pareva — e doveva parere, a quei giorni ai nostri padri — cosi gran cosa da non permettere loro di sottilizzare soverchiamente sul recondito senso di essa, né di esaminare troppo con la lente dell’avaro le parole da cui era preceduta. Quella gente viveva sotto l’influenza del Primato del Gioberti e vedeva in Pio IX il papa preconizzato dal filo-

  1. G. La Farina, op. cit., lib. Ili, cap. IX, pag. 156.