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nessuno. Forse i Principi e i popoli a cui i Papi del medio evo bandivano la croce addosso erano tutti eretici od infedeli?... E se il Papa non può far guerra a un popolo cristiano per paura di renderlo scismatico, egli non potrà né anche inseguire e castigare gli scherani e i corsali cattolici, per non indurli a impenitenza e mandarne l’anima in perdizione1.

E l’illustre uomo, che scrive queste cose, soggiunge tosto che il timore di uno scisma alemanno era vanissimo; e ora che si conoscono i fatti, è ridicolo l’allegarlo.

Ora se il Papa, come Papa, non può far guerra ai popoli, sieno essi cristiani o infedeli, il Papa può e dee farla, come Principe, agli ingiusti invasori, qual sia il culto cui appartengono2.

E più terribili divenivano, e dovevano naturalmente divenire, i commenti, quando giustamente si gridava: Se il Papa non vuole la guerra, perchè non la crede giusta, dunque tiene con l’Imperadore; e se non la vuole, perchè gli è interdetta dal suo grado di capo della Chiesa, dunque confessa non essere le due potestà in lui conciliabili, non potendo provvedere alla dignità e securtà del proprio Stato un Principe che non possa far guerra; e, quanto al fatto che i Papi non possano far guerra, si ricorreva alla storia e si osservava che quando trattavasi di conservare e di augumentare le loro usurpazioni, non dubitavano di commuovere alle armi tutto il mondo, or contro un potentato e or contro un altro; adesso che è questione di liberare una parte della comune patria dalla tirannide forestiera, abborriscono dal guerreggiare. Oh ben si palesa l’animo loro, quale è stato mai sempre, avversario implacabile della libertà e della unione d’Italia, Ora ci avvediamo che quelle concessioni, quelle benedizioni, quelle riforme erano polvere gittata in sugli occhi per accattare applausi e addormentarci; ma quando fossimo venuti al buono della magnanima impresa, avrebbe la romana curia mostro di non aver cangiato costume; e alla croce di Dio, infine che la malvagia lupa non sarà da

  1. V. Gioberti, Rinnovamento, vol. I, cap. XIII.
  2. Lo stesso, ivi.