Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/410

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capitolo settimo 403

noi ricacciata nell’inferno, non avremo, né libertà, né patria, né bene alcuno; e anzi saremo afflitti da sempiterni mali, e dal più brutto e ontoso servaggio»1.

E, dopo che fu pubblicata la minacciosa notificazione del 1° maggio, più giustamente si osservava che chi non volle scomununicare gli Austriaci, che entrando in Ferrara violarono le terre della Chiesa, ora vuol far uso delle armi spirituali contro il suo popolo, in ricompensa dell’averlo cotanto idoleggiato2; onde vane e ridicole riescono anche qui querimonie e declamazioni, perchè dal complesso dei fatti, i quali costituivano le legittime premesse, scaturiva la legittima conseguenza, che l’Allocuzione fu e rimase la diffida data da Pio IX al movimento nazionale italiano, che era stato iniziato dalla sua salita al potere. Il sogno di Gioberti, che il Papa fosse una persona indicata per realizzare i concetti di lui era sfumato ...3 e come, quindi, e perchè della semenza dei lupini si pretendeva ottenere una raccolta di fragole?

Il Balleydier e il De Saint-Albin e il Pianciani affermano che Ciceruacchio propose il massacro di tutti i preti e ne fu dissuaso dal Mamiani4, ma della loro affermazione non arrecano alcuna prova: il Croce, e lo Spada, storici non sospetti di soverchio liberalismo e intenti a colorire in fosco tutto quel tumulto, di ciò non fanno il più piccolo cenno5; il Farini, il Pasolini, il La Farina, il Minghetti, il Grandoni, testimoni oculari tutti, non porgono di questo fatto alcuna menzione; il Colombo, testimone oculare esso pure, afferma anzi che Ciceruacchio si affannava a calmar gli animi e a difender Pio IX; e il Ruth narra che Ciceruacchio gridò, fra grandi applausi - nella riunione dei soci dei Circoli - doversi i Cardinali dinanzi al tribunale del popolo condurre, e la pena dei traditori della patria dover essi soffrire; e lo storico tedesco soggiunge che a quella proposta si rispose dalla maggioranza dovere i Cardinali essere

  1. F. Ranalli, op. cit., vol. II, lib. X, pag. 176 e 177.
  2. Lo atesso, ivi.
  3. T. Flathe, op. cit., lib. III, cap. I, § 3.
  4. A. Balleydier, op. cit., cap. VI, pag. 84; A. De Saint-Albin, op. cit, tom. I, chap. IV, pag. 132 et suiv.; L. Pianciani, op. cit. tom. II, chap. XXII, pag. 416.
  5. F. Croce, op. cit., cap. VIII; G. Spada, op. cit., vol. II, cap. XI.