Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/44

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capitolo primo 37

pida, più meno chiara o determinata, secondo la maggiore o minore perfezione della propria vista; ma circa al modo di raggiungere quel faro lontano, circa al modo di sprigionarne il calore e la luce, molteplici ed opposti erano i metodi e discordi i pensamenti e i giudizi; di che non sono da imputarsi gl’Italiani, per le ragioni già dette: quella discordia, come già dimostrai, era la logica e necessaria conseguenza dell’ambiente, dei casi e dei tempi, in cui quella idea era venuta sorgendo e in cui, dal 1815 al 1846, si eran venuti maturando, svolgendo, diffondendo i sentimenti, i desideri, le speranze che da quella idea derivavano e che di quella idea intendevano all’attuazione.

Ed era naturale, quindi, che questa idea di unità, d’indipendenza, di libertà, sotto influssi cosi fatti e in tali condizioni climatologiche sviluppata e cresciuta, dovesse risentire e risentisse gli effetti di quegli influssi e di quelle condizioni, e si mostrasse quale si mostrò, pianta in efflorescenza, i cui frutti, ben lungi dall’apparire prossimi alla maturazione, si palesarono appena appena in embrione, all’occhio sperimentato del naturalista, in mezzo al calice dei fiori, che quella pianta veniva producendo.

Fra tutti coloro che, alla rigenerazione e alla redenzione d’Italia, avevan consacrato intera l’anima loro, il loro ingegno e i loro studi - ed eran molti a quei dì - due, sul finir del ’45 e sul principiar del ’46, primeggiavano; e intorno alla vita, ai pensieri e alle opere di essi parecchi nuovi documenti ho io raccolto che, in altro libro, spero di poter presto produrre dinanzi al pubblico 1. Oggi i limiti, entro i quali ù circoscritto il mio tema, non mi consentono di dilungarmi, quanto quei due sommi meriterebbero e quanto io desidererei, su di ognuno di essi: onde sommariamente, e solo per quèl tanto che l’uno e l’altro hanno relazione con questo libro, ne farò cenno.

Già Vincenzo Gioberti, nato a Torino nel 1801, esule, perchè incolpato di appartenere alla Giovine Italia, nel 1833, aveva levato alta fama di sè con la pubblicazione della sua Teorica del sovrannaturale, insurrezione contro la filosofia materiali-

  1. Tratterò diffusamente, se la vita mi dura, del Gioberti e del Mazzini nella Storia della rivoluzione romana, dal 1846 al 1849, sopra documenti nuovi, da parecchi anni di studi preparata e ormai quasi compiuta.