Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/70

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capitolo secondo 63

E la meravigliosa scoperta dello Spada sta appunto in che egli ha ritrovato un nuovo metodo storico, nel quale non è una lunga serie di cause remote e immediate, ma complesse, che producano i grandi rivolgimenti umani, ma una cagione piccina, minuscola, impercettibile che dà origine e moto a terribili e colossali avvenimenti. Onde dalla dimostrazione popolare del 17 giugno, organizzata artificialmente a Roma - e bisogna aggiungere dal diavolo - deriva niente di meno che una rivoluzione europea, durata formidabile e sanguinosa più di due anni, e i cui ultimi effetti furono il risorgimento e l’unità della nazione germanica e dell’italiana!

Ma, lasciando l’ironia a parte, e tutto ciò che vi è di sommamente ridicolo sotto i riguardi della filosofia della storia nella insulsa affermazione dello Spada, è, almeno, vero che quella povera dimostrazione non fu sincera, ma artificiale, non spontanea, ma organizzata?

Lo Spada, per dimostrare la verità della sua affermazione, ricorre a tre autorità rivoluzionarie, e cita le istruzioni inviate dal Mazzini ai suoi seguaci nell’ottobre del 1840 - noti bene il lettore la data - e nelle quali il promotore della Giovine Italia scrive: «Profittate della menoma concessione per riunire le masse, non fosse che per attestare riconoscenza; feste, canti, raduni, rapporti numerosi, stabiliti fra uomini di ogni opinione, bastano per far nascere delle idee, e dare al popolo il sentimento della sua forza e renderlo esigente».

E quindi adduce un frammento di uno scritto pubblicato dal Montanelli nell’Archivio triennale storico delle cose d’Italia, pubblicato a Capolago nel 1850, frammento che dice cosi: «Pio IX saliva al pontificato. Convinto come io era che l’unità nazionale si potesse conseguire soltanto col gravitare tutti verso un centro comune, e che l’idea unitaria tanto più sarebbe stata facilmente eseguibile, quanto meno per incarnarsi avesse avuto bisogno di eliminazioni, mi applicai a fare di Pio IX l’insegna della fratellanza italiana. Se l’amnistia fosse stata festeggiata – noti bene il lettore questo periodo - fosse stata festeggiata soltanto in Roma e nelle Romagne, non sarebbe divenuto avvenimento nazionale, e per imprimerle questo carattere, appena se ne ebbe notizia, io promoveva a Pisa la sottoscrizione a