Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/72

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capitolo secondo 65

non abbia detto a favore dell’illustre ferito di Curtatone e contro le proprie loiolesche insinuazioni. Imperciocchè, se lo storico Spada fosse stato leale a proposito della pretesa ingerenza esercitata dal Montanelli nella prima dimostrazione romana per l’amnistia, avrebbe dovuto confessare ai suoi lettori che il Montanelli, quasi presago delle future e bugiarde accuse, il Montanelli, di cui tutti gli scrittori che lo conobbero, o poco, o tanto, ammettono ed ammirano, concordi, la lealtà, la ingenuità ed il candore, ha scritto nelle sue Memorie queste parole delle quali lo Spada non poteva ignorare resistenza: «Benchè tornato a professione di idea cattolica, io m’era creduto irreconciliabile coll’idea papale, e quando Gregorio XVI morì, davo gli ultimi tocchi ad uno scritto indirizzato ai preti italiani, in cui impigliando le tradizioni della protesta cattolica antipapale inaugurata da Dante, e proseguita da Savonarola, mi sforzavo a provare al clero italiano la necessità di andare per quella via. Ma al raggio inaspettato che spuntava dal Vaticano, considerai le vie della Provvidenza essere più che quelle dell’uomo e Dio aver forse destinato un papa ad essere il demolitore del papato politico e restauratore del cattolicismo evangelico. Con tutta la sincerità del credente ripetei il grido del Quirinale: Viva Pio IX»1.

E ciò che più scagiona il Montanelli e che più aggrava la slealtà dello Spada si è che il professore pisano nello stesso capitolo, poche pagine appresso, si incarica di smentire, ad una ad una, tutte le insinuazioni dello scrittore papalino, sulla origine, sul carattere e sullo svolgimento delle dimostrazioni romane, scrivendo: «1° La parte popolare romana applaudì Pio IX sinceramente perchè lo credè risoluto a separarsi dalla casta cardinalizia e dalla diplomazia austriaca e a stare col popolo» (Qui segue una lettera del luglio 1846 inviata da Roma dal Masi al Montanelli); «2° La parte popolare romana stimava necessarie le dimostrazioni per incoraggiare e fortificare il Pontefice nell’intrapresa riforma contro le mene dei nemici interni ed esterni». (Qui seguono tre successive let-

  1. Giuseppe Montanelli, Memoria sull’Italia specialmente sulla Toscana dal 1814 al 1849. Torino, Società editrice italiana, 1853, vol. I, cap. XXI, pag. 135.