Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/86

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capitolo secondo 79

nel prestar cure e soccorsi agli attaccati dal male, specialmente dei rioni popolari1.

Durante il colera, o poco tempo dopo, pare che fosse tramata una congiura a Roma, per dar fuoco ad alcuni edifizi a fine di attrarre colà le milizie e per tentare, nel frattempo, una insurrezione. Se tale precisamente fosse l’obiettivo della trama non è certo; certo è che trama settaria vi fu e parecchi furono i condannati: Angelo Brunetti fu coinvolto nella congiura e potè uscirne senza condanna a prodigio: però egli fu sottoposto alla vigilanza della polizia2.

Cosi, stimato per la sua probità, amato ed apprezzato assai dai patrioti e dai liberali, sorvegliato dalla polizia, adorato dai carrettieri, dai pescivendoli, dai barcaiuoli, dai facchini e in genere, da tutti gli artieri, il Brunetti giunse ad essere notissimo in Roma col nome di padron Angelo e con quello di Ciceruacchio, e allorché, nel 1846, Pio IX accordò l’amnistia, egli, così ingenuo e così facile all’entusiasmo, divenne, di un subito, e con piena buona fede, e con espansione vivissima e sincera - checchè ne dicano in contrario il D’Amelio, lo Spada, il D'Ideville ed altri - ammiratore sviscerato, adoratore devoto di Pio IX; e tale si mantenne, nonostante i molteplici e crudeli disinganni a cui la politica a partita doppia del Pontefice sottopose il suo entusiasmo e il suo ottimismo fino al 30 aprile del 1849: quando il cannone francese tuonò a porta Angelica e a porta Cavalleggieri, allora soltanto l’ultima illusione e l’ultimo rimasuglio di credulità sgombrò dall’animo del forte popolano, ed egli finalmente maledisse colui che egli considerò come il carnefice della sua patria3.

Perchè poi meglio e più autorevolmente sia lumeggiata, secondo verità, la figura del nobile patriota dal quale, in parte, ^i intitola questo libro, recherò qui alcuni dei tanti ritratti e

  1. Carlo Tivaroni, op. cit., vol. II, parte VII, cap. III, 8 4, pag. 236.
  2. La rivoluzione romana ecc., lib. I, cap. III, pag. 19; Antonio Coppi, Annali d’Italia dal 1750; an. 1837, § 13, pag. 350; E. Poggi, op. cit., vol. II, lib. IV, cap. IV, pag. 209.
  3. A. Colombo, op. cit., pag. 71 e seg. Questa devozione ostinata di Ciceruacchio per Pio IX è confermata dalle concordi parole del Montecchi, il Pianciani, del Guerrini, del Benai, del colonnello Angelo Berni, del Bruzzesi e di molti altri contemporanei ed amici del generoso popolano.