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che «intendendo però di non fare alcun danno all’attuale carrettiere Antonio Casardi e volendo Vostra Eccellenza contentare il ricorrente gli potrebbe conferire la coadiutoria per quando verrà a mancare il suddetto Codardi, assicurandola che si presterà con tutta la sollecitudine ed onoratezza che si richiede nei suddetti carreggi«1.

Cosi Angelo Brunetti cominciò a farsi agiato e quasi ricco, onde, e per essere giudice e pacificatore di molte contese fra popolani, e per essere a tutti largo di aiuti e di affetto, e per esser sollazzevole e compagnone, e poeta estemporaneo, e coraggioso all’uopo e manesco, vide a poco a poco crescere il suo ascendente sulla plebe romana e la popolarità e l’autorità sua nei rioni Monti, Regola e Trastevere, nei quali aveva stabilito larghe attinenze e fitta rete di caldi e devoti amici.

Ma, intanto che in tal guisa egli provvedeva all’incremento della sua privata fortuna, non trascurava la politica, verso la quale lo traevano quella sua mente vivace e fantasiosa e il suo cuore, esuberante di entusiasmi e di affetti, e gli insegnamenti che in lui andavano insinuando il dottor Pietro Sterbini e il prof. Felice Scifoni.

Non c’è mezzo di stabilire con sicurezza il tempo preciso la cui egli fu ascritto alla Carboneria, affiliato alla Vendita di Trastevere: forse fra il 1827 o il 1828: ad ogni modo è certo che nel 1830 Ciceruacchio apparteneva a quella sètta2.

Là egli probabilmente conobbe anche il dottor Mattia Montecchi, dal quale, appena istituita a Roma la succursale della Giovine Italia nel 1833, a quella fu ascritto.

Certo è che, nel 1837, nella invasione del colera, morbo che rapì, nella sola Roma, cinquemila quattrocento diciannove cittadini in poco più di due mesi, uccidendone fino a duecentottantasei al giorno, Ciceruacchio si mostrò coraggioso e caritatevole

  1. A. Colombo, op. cit., pag. 16.
  2. La rivoluzione romana al giudizio degl’imparziali, già citata, lib. I, cap. III, pag. 18, afferma che Ciceruacchio «fin dal 1831 fu notissimo alla sètta de’ Carbonari. . .» Per esservi «notissimo nel 1831» è evidente che ci doveva essere entrato da parecchio tempo prima; Giuseppe Montanelli, op. cit. (vol. II, cap. 30), afferma che, nel 1831, «della fratellanza di Trastevere, Angelo Brunetti, più tardi famoso col nome di Ciceruacchio, fu capo». È evidente, anche qui, che per essere capo nel 1831, il Brunetti doveva necessariamente essere stato ascritto alla Carboneria, almeno almeno, nel 1830.