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Giovanni Giuseppe Nicosia ― Cinesi, scuola e matematica ― Bologna, Italia ― 2010


Scheda
Problema dal Manuale di riferimento generale per i metodi computazionali (算法统宗 Suànfǎ tǒngzōng)

Un pastorello ha una sola pecora e chiede ad un altro: <<Ci sono cento pecore nel tuo gregge?>> L’altro risponde: <<Se sommassi al mio gregge un altro uguale, e poi ancora uno grande la meta, poi un quarto ed infine la tua pecora, allora si ne avrei cento.>> Quante pecore ha questo secondo pastorello?

Soluzione: si tratta di impostare l’equazione: in cui x è il numero di pecore. Con qualche passaggio: .

Il metodo usato nel testo e diverso ed implica una falsa posizione: poniamo che le pecore siano 10; in questo caso se svolgiamo le operazioni indicate dal secondo pastorello avremo: ; questo numero (che già è curioso per delle pecore che si suppongono vive e perciò intere) non soddisfa la condizione che con la pecora del primo pastorello si raggiunga cento: anziché avremmo voluto 99; allora facciamo: .



3.2.26 Xú Guāngqǐ (徐光启), Matteo Ricci e gli Elementi di Euclide

Nel 1607, durante il regno della dinastia Méng (朝明) cioè in’un’epoca in cui l’interesse per gli studi matematici si era affievolito, Xú Guāngqǐ (徐光启) e Lì Mǎdòu (利玛窦) tradussero in cinese i primi sei libri degli Elementi di Euclide (幾何原本 Jīhé yuánběn). Il primo era un alto funzionario della burocrazia imperiale, nonché scienziato, studioso di agricoltura ed astronomo. Il secondo, grandissimo divulgatore, cartografo, astronomo, studioso di religioni e sacerdote egli stesso, era meglio noto in Italia come Matteo Ricci della Compagnia di Gesù. Questo personaggio è uno dei pochi italiani cui sono state intitolate delle istituzioni culturali in Cina (come marco Polo o Dante Alighieri) essendo stata riconosciuta la sua immensa opera di mediatore tra culture. Il lavoro fondamentale di tutta la sua vita fu quello di tentare di aprire vie di dialogo tra la cultura cinese e quella europea cristiana con la motivazione iniziale di convertire quell’immenso Paese al cattolicesimo. Tale motivazione sfumò lentamente man mano che Ricci si lasciava affascinare e contagiare da diversi aspetti della cultura confuciana. In questo sforzo incessante tento tutte le strade: tradusse moltissimi testi da ed in cinese, realizzò carte geografiche che riunivano le conoscenze europee e quelle cinesi e che oggi definiremmo interculturali, montò orologi, scrisse musica, ma soprattutto tento di mettere a disposizione degli intellettuali cinesi le conoscenze scientifiche dell’Europa del suo tempo, in particolare in astronomia. Il Ricci tento anche di promuovere il sistema di notazione indo-arabo ma alla sua diffusione concorsero più avanti altri europei assai meno rispettosi di lui.


Giovanni Giuseppe Nicosia — Cinesi, scuola e matematica — Bologna, Italia — 2010