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1 - Il segnale audio 23


posti in corrispondenza delle frequenze delle formanti. L’uscita di tale filtro va poi sottoposto ad un leggero filtraggio passa basso, con frequenza di taglio dell’ordine del kHz, per tenere conto della funzione di trasferimento dell’irradiazione da parte delle labbra [Rab78].

Fig. 1.14 - Contributo dell’eccitazione e della funzione di trasferimento del cavo orale sullo spettro e sulla forma d’onda del segnale vocale.

La generazione delle consonanti, invece, avviene tramite meccanismi più complessi. Innanzitutto non si ha un solo tipo di eccitazione, ma, oltre all'eccitazione tramite rumore tipico delle consonanti stesse, può essere presente anche un’eccitazione vocalizzata. In questo secondo caso, le consonanti vengono definite sonore, altrimenti sorde. Inoltre, l’irradiazione delle consonanti non avviene esclusivamente tramite le labbra, ma viene sfruttata anche l’irradiazione da parte delle cavità nasali. Una classificazione dei fonemi relativi alle consonanti deve tenere conto di come i differenti parametri (tipo di eccitazione, geometria del cavo orale, tipo di irradiazione) sono combinati.

Una prima classe di fonemi non vocalizzati sono i fricativi che, come già accennato, utilizzano come eccitazione la turbolenza che si genera in corrispondenza di restringimenti della cavità orale. Una loro classificazione è possibile in funzione della posizione di tale restringimento, distinguendo consonanti labiodentali (es.: “f ’ per le sorde o “v” per le sonore), dentali (es.: “s” in “sano” per le sorde o in “rosa” per le sonore), o alveolari (es.: “c” in “cena” per le sorde o “g” in “gelo” per le sonore).

Le consonanti occlusive utilizzano come eccitazione il transitorio generato da interruzioni e bruschi rilasci del flusso d’aria che attraversa la cavità