Pagina:Codroipo - Dialogo de la caccia de' falconi, astori, et sparvieri, 1614.djvu/110

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£2 De la Caccia temone gufato da Signori, ^Prencipi, che quello deValcomiche pure tra gli vccelh tengono ilfupremogrado. parmi effer debito mio di trattare prima del paefe fdoue nafa. no,delabeUe^a loro de la firn più attaa rmfchm! del modo di farli tali, ^dmnganopetfmfdimtLtenerMn tal per fattone, &finalmente di curarli, fe di qualche infermitàpatinerò,.pofcia di dar breuemente conto de l’Afare Ua, vccello di rapina così nominato in quefa paefi, & del favàio,^ del modo, colquale tosi liquefa nofaaP*tri a-*, come anco ne la Germania rutene artificio fomenta douenS ado r erat< f; adunque, ’ehgli’Smerigli nafeono in Lecono. uante, &nei medefimi Paefi, ò pocodifcofa dai luoghi., doue nafeono i Falconipellegrini: che fono feoglieost alpefri,(sr deferti, che di rado, ò non mai amene, che fitrouino nidi difimih vccelli: Orfano così gagliardiveloci d ala,che quantunque le campagne fienodai loronidi non poco dfafle, nondimeno volano continuamente in effe a farne la preda loro, con la quale nutrì fattoi figliuoli, & ne pigliano gtornalmenteil pafa per lo viuer loro. *»corchetn detti tempi fer rifatto del mutarli, che adeffi alberartene, fieno pnm di gran parte de le penne, armi*,principali, con le qualipojf’ono velocemente feguir^ O* farpaiffaper loro per li figliuoli } nondimeno fono tanto smerigli • >? al J^g^re,che non fi fermano quando mM y fin che non hanno fodtsfatto cr atvno, O* a oliait 2 °°ior’- ^‘■f^^’P^ompeUegnm, faceti paf. lw °“° J*gg°“nMTfà^ftK&indmpmiMtfinedelmefc di