Pagina:Codroipo - Dialogo de la caccia de' falconi, astori, et sparvieri, 1614.djvu/118

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too De la Caccia ™ ‘"gW™*»»>pagM, &, lauta nma penna primi fate per ala de la cape detta, fi lafici poi nuotare, dietro la fidandole lo Smeriglio, che ancora fi de fenderà affai bent^: ma alfine refieràpreda di ejfio. filétto fi dette pafiere con ogni maggior piacerti. il che fatto, fi può lofiru^fiero a fficurare, cbenetbmmluoghi gli potrà con qmdedi campagna fir mai piaceri: Ugnalihauuti continmmentcper quattro, ò cinque- -u otte,fipotràpoi certificare, che l& Smeriglio non più recrederà, mà fiegmrà l’uccello in ogni efirema ahezj (efi con ’velocifilma ala facendolo con molte pallate -vemre a render, O col/occ&rfi, che fi gli dà, fi fi.tr àm breue padrone di efio -uccello con gmndijfiùa filalo de rimarcai Amantenere porli Smeriglia perfettione fi bifioi no ^fintargli m buona carne,dando toropafii a la natura fettione!" conueneuoli, che fono A-uccelletti più fi efebi, chefipofi fimo trottar s_,. Ale n volte fi danno loro ne la bombaci quattro, ò fiei filetti di goffrano per borgatura: perchè fino di natura più lofio malinconica, che altramente, ejrtl^affirano hàfarcadi rallegrar loro (Icore, (djr nficaldar gl interiori, & (fatalmente nel -verno, nelqual tempo più /adopruno. Nè occorre, che ogni giorno’ continui troppo lofiru^ Teiere in fargli far preda, a fine che non dimentichinoli ladro. percioche, altramente facendo’, fipofrebbomperdere faalmentcj.&fe non fio no molto amici de bbicorno, & lodrien, non è duino, che aUontanandofidietro la paiffam grandijfima afeefa ne l aria, &ejfendot fittagli piccioli,& di poco fiotto, pijfi&m alficeereperder fi s e* cerne poi -vndì s