Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/188

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contumacia sua. E stato insino a l’apparizione de le stelle, montò a cavallo e con la medesima celeritá si condusse in loco salvo, lasciando Carlo in questo modo deluso, e dicesi che in quella notte fece novanta miglia. Per la qual cosa Martino IV allora pontefice escomunicò il re Piero e conferí il suo regno di Catalogna al secondogenito di Filippo re di Francia, chiamato Carlo conte di Valois, e dispensando il grado proibito, li fece dar per donna Clemenza figliuola di Carlo principe di Salerno, unico figliuolo del re Carlo predetto, e fece predicare la croce contra ’l re Piero. Questo Carlo principe di Salerno fu quello che fu poi re di Napoli e fu detto Carlo II, del quale a suo loco parlaremo. In quel mezzo che ’l re Carlo era a Bordeò e per ritorno di Guascogna, Roggero di Loria calabrese, ammiraglio del re Piero, uomo esperientissimo, animoso e prudente sopra tutti li capitani di mare di quel tempo, con quarantacinque galee e altri legni venne in Principato e scorrendo la marina per terra facea gran danni; venendo a l’incontra di Napoli tirava saettarne ne la cittá e improperando la ignavia di quelli del re Carlo li instigava ad uscir fuora. Per la qual cosa Carlo principe di Salerno contra l’esortazione del legato apostolico e contra li precetti del re suo padre (il quale partendo da Napoli li aveva comandato che solamente attendesse a la guardia di Napoli né mai venisse a le mani con li inimici) stimolato da indignazione e appetito di gloria, usci del porto con trentasei galee e altri legni e assaltò l’armata di Roggero sopra Napoli. E fatta una gran battaglia, Roggero fu vincitore e prese nove galee e gran numero di baroni, e tra tutti Carlo principe di Salerno predetto, unigenito del re Carlo; e riservato lui con nove compagni, i quali elesse a suo arbitrio, tutti li altri prigioni furono mandati in Sicilia, e per vendetta de la morte di Corradino fu tagliata la testa a ducento gentiluomini e piú ne la cittá di Messina. Il di sequente de la sua cattura, il re Carlo, che tornava di Guascogna, arrivò a Gaeta con sessanta galee e tre navi grosse piene d’uomini d’arme e di cavalli, e li intese la mala