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LIBRO SECONDO

del Compendio de le istorie del regno di Napoli

a lo illustrissimo principe Ercule inclito Duca di Ferrara.

In questo secondo libro si tratto primieramente d’un terremoto stato nel regno, e foco uscito del monte Vesevo; dapoi segui la guerra di Alarico goto e presa di Roma; de la guerra di vandali e unni et alani e altri barbari venuti in Italia, e de’ fatti di Belisario e di Totila e de la passato de’ longobardi in Italia, e de la venuta di Carlo Magno e de’ fatti di Pipino contra longobardi e greci d’Italia e cacciato di quelli per li ungari e schiavoni; e come fussino introdotti li elettori de l’imperio.


Dappoi che Cesare Augusto ebbe la monarchia del mondo, l’anno quadragesimo secondo del suo pacifico imperio fu l’anno primo del parto de la Vergine e nativitá di Cristo, nostro capo, signore e Dio: dal quale anno cominciando (si come è detto) la nostra istoria, dico che per il resto del termine del suo imperio, finché mori poi a Nola in Campania, e anche per tutti li tempi sequenti, finché li altri Cesari successori suoi dimorarono in Italia o curarono quella, non trovo che guerra o mutazione alcuna notabile per opera umana fusse nel regno. Solo due gravi accidenti per natura si ricordano: uno sotto l’imperio di Nerone, l’altro sotto Tito figliuolo di Vespasiano. Il primo fu un terremoto si grande in Campania, che Pompei amenissima cittá tutta affatto ruinò et Erculaneo cittá prossima per la metá cadette e le regioni circostanti tutte furono in vari modi dannificate: per il quale terremoto alcuni maravigliosi accidenti successeno, tra li quali seicento pecore tutte