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Alberto stette un po’ soprappensiero, poi disse:

― Senti, Rosa, domani verso mezzogiorno ritorna qui alla villa: ho bisogno di vederti.

― Non dubiti. ―

Il giorno seguente, era il giorno tanto atteso, tanto desiderato, tanto rammentato; il giorno cioè, in cui celebravasi solennemente la rottura de’ tre salvadanai.

Luigino trovò nel suo salvadanaio dieci lire; l’Ada trovò nel suo undici lire, e Alberto vi trovò nove lire e mezzo.

― Il tuo salvadanaio ― gli disse la mamma ― è stato più povero degli altri due; e sai perchè? perchè in quest’anno tu hai avuto poca voglia di studiare.

― La voglia di studiare l’ho avuta ― replicò Alberto ― ma bastava che mi mettessi a studiare, perchè la voglia mi passasse subito.

― Speriamo che quest’altr’anno non ti accada lo stesso ― soggiunse la mamma; poi volgendosi a tutti e tre i figli seguitò a dire: ― Da oggi alla Pasqua di Natale, come sapete, vi sono otto giorni precisi. In questi otto giorni, secondo i patti stabiliti, ognuno di voi è padronissimo di fare quell’uso che vorrà dei denari trovati nel proprio salvadanaio. Quello poi, di voialtri, che saprà farne l’uso migliore, avrà da me, a titolo di premio, un bellissimo bacio.

― Il bacio tocca a me di certo! ― disse dentro di sè Luigino, pensando ai ricchi finimenti e alla bella gualdrappa, che aveva ordinato per il suo cavallo.