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— Il bacio tocca a me di certo! — disse dentro di sè l’Ada, pensando alle belle scarpine da ballo, che aveva ordinate al calzolaio per la sua bambola.

― Il bacio tocca a me di certo! — disse dentro di sè Alberto, pensando al bel vestito che voleva fare al suo Pulcinella.

Ma nel tempo che egli pensava al Pulcinella, sentì la voce della Rosa, che chiamandolo a voce alta dal prato della villa, gridava:

— Sor Alberto! sor Alberto! —

Alberto scese subito. Che cosa dicesse alla Rosa non lo so: ma so che quella buona donna, nell’andarsene, ripetè più volte:

― Sor Albertino, lo creda a me: lei ha fatto proprio una carità fiorita, e Dio manderà del bene anche a lei e a tutta la sua famiglia! —

Otto giorni passarono presto; e dopo otto giorni arrivò la festa di Natale o il Ceppo, come la chiamano i fiorentini.

Finita appena la colazione, ecco che la Contessa disse sorridendo ai suoi tre figli:

— Oggi è Natale. Vediamo, dunque, come avete speso i quattrini dei vostri salvadanai. Ricordatevi intanto che, quello di voialtri che li avrà spesi meglio, riceverà da me, a titolo di premio, un bellissimo bacio. Su, Luigino! tu sei il maggiore e tocca a te a essere il primo. —

Luigino uscì dalla sala e ritornò quasi subito, conducendo a mano il suo cavallo di legno, ornato di fini-