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Ida. Povero figliuolo, se l’è sognate!

Gino. Hai sentito, Bettina? E’ voglion dire che le tragedie me le sono sognate!... Non è vero che l’anno passato mi conducevi quasi tutte lo sere ai burattini nel Parterre?

Bettina. Verissimo.

Gino. Non è vero che una sera i burattini fecero due tragedie in fila?

Bettina. Sarà vero, ma io le tragedie non le conosco: a me le mi paiono tutte commedie.

Alfredo. E com’erano intitolate queste due tragedie?

Gino. Ora non me ne rammento: gli è passato tanto tempo! Una mi pare che la fosse intitolata, Filippo Vu Re di Spagna.

Alfredo (ridendo). Ma che Filippo Vu! Sarà stato Filippo Quinto.

Gino. Sarà stato Filippo Quinto: io però mi ricordo che sul cartello c’era scritto Filippo, e dopo Filippo c’era un V in stampatello grande come la mia mano.

Alfredo. Sta bene che ci fosse un V: ma quel V in numeri romani vuol dir quinto.

Gino. Cosa vuoi tu che io sappia dei numeri romani? Non ci sono mica stato a Roma, io.

Alfredo. E quell’altra tragedia?

Gino. Quell’altra l’aveva un certo titolo curioso.... te ne ricordi te, Bettina?

Bettina. Che vuoi che mi ricordi?

Gino. Mi pare che fosse una specie di Spazzolino tiranno di Padova.

Alfredo. Ma che spazzolino, buacciòlo? Vorrai dire Ezzelino tiranno di Padova.