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moglie Betta, e i due ragazzi Cecco e Formicola, quest’ultimo chiamato così perchè (come già sapete) era piccolino e minuto quanto un baco da seta.

Che cos’era andato a fare il signor Gigino?

Oh! non abbiate paura che il suo bravo perchè ce l’aveva! Altro se ce l’aveva!

Tonio e la Betta, tanto per far vedere il buon cuore, gli domandarono subito se voleva favorire, ossia se voleva prendere un morso di pane e di formaggio fresco.

Gigino ringraziò, e atteggiandosi a persona annojata, s’intrattenne a cinguettare del più e del meno. Appena però si accorse che il desinare stava per finire, tirò fuori di tasca un bel sigaro toscano, e spezzandolo nel mezzo col garbo di un vecchio fumatore, ne offerse la metà al capoccia Tonio.

― Mi dispiace ― disse il contadino tutto complimentoso ― mi dispiace di non poter fare onore alle sue grazie.

― Perchè?

― Perchè non fumo, e non ho mai fumato.

― Davvero?

― Il sigaro, con rispetto parlando, m’è parso sempre una gran porcheria. Lo dice anche il nostro medico....

― Bravo furbo! E tu sei tanto buono da dar retta al medico?

― Gli do retta sicuro! Cred’ella che il nostro medico sia uno zoccone? La se lo levi dal capo: è un omo che la sa lunga dimolto e ci vede bene, e quando i suoi malati muoiono, gli è proprio segno che non volevano più campare.

― E che cosa dice, il vostro medico, dei sigari?