Pagina:Collodi - Storie allegre.djvu/25

Da Wikisource.

— 24 —


E il momento del capitombolo arrivò pur troppo! Gigino cadde, come un fagotto di cenci, fra la polvere della strada, e il cavallo, senza darsene per inteso, andò a mangiar l’erba nel campo vicino.

― S’è fatto molto male? ― gli domandò Cecco, che era corso a gran carriera per aiutarlo.

― E perchè mi dovrei esser fatto male?

― È stata un brutta cascata!

― Povero grullo! Che credi che sia cascato? Neanche per sogno. Volevo scendere, e nello scendere ho messo un piede in fallo e sono sdrucciolato. È una disgrazia che può accadere a tutti.

― Davvero! l’altro giorno, per esempio, sdrucciolai anch’io....

― Scendendo da cavallo?

― No: mettendo un piede sopra una buccia di fico.

― E questo corno, che gli è venuto qui sulla fronte?... ―

Gigino si toccò la fronte con la mano, e sentito che c’era davvero un piccolo gonfio, disse con la solita disinvoltura:

― Si vede che nello scendere, ho battuto un ginocchio. Basta che io batta un ginocchio, perchè mi venga subito un corno nella testa. Ho la pelle così delicata!... ―


VI.


Il sigaro.


Volete saperne un’altra?

Pochi giorni dopo, sull’ora del desinare, il nostro amico entrò in casa del contadino e trovò tutta la famigliola a tavola: vale a dire, Gosto, il capoccia, la sua