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fatto cento passi, che sentì afferrarsi per i calzoncini dalla parte di dietro, e si trovò sollevato da terra, in bocca a un grosso cane di Terranuova.


V.

Pipì promette all’amico Alfredo di accompagnarlo in un lungo viaggio, ma promette, senza credersi obbligato a mantenere.


Il cane di Terranuova era uno di quei cani pasticcioni, intelligenti, amorosi, che si affezionano al padrone, come l’amico all’amico.


Non gli mancava altro che la parola per essere quasi un uovo. Di soprannome lo chiamavano Filiggine, a motivo del suo pelame nero morato, come la cappa del camino.

Quando Alfredo si accorse che Pipì tirava a scappare, fece un fischio a Filiggine: e Filiggine, in quattro salti, raggiunse lo scimmiottino, e presolo, come già s’è detto, per i calzoncini dalla parte di dietro, lo riportò pari pari in casa del padrone.

― Perchè volevi scappare? ― gli domandò Alfredo in tono di rimprovero.

― Perchè.... perchè....

― Su, su! Rispondi con franchezza.

― Perchè io voglio tornare a far lo scimmiottino insieme col mio babbo, con la mia mamma e coi miei fratelli, e non voglio mascherarmi da uomo.

― E allora perchè, poco fa, hai accettato di essere il mio compagno di viaggio?

― Perchè credevo che fosse una cosa.... e invece è un’altra.