Pagina:Collodi - Storie allegre.djvu/95

Da Wikisource.

― 94 ―

una cosa, bisogna mantenerla; e che quelli che mancano alle promesse fatte, non meritano di essere rispettati dagli altri, nè assistiti dalla fortuna.» Ha capito? Arrivederla, signor Pipì.

E il coniglio, dopo queste parole, fuggì via come un baleno.


XIV.


Pipì ritrova finalmente Alfredo e parte con lui.


Intanto lo scimmiottino si persuadeva ogni giorno più che quella casina fosse fatta apposta per lui: e dicerto vi sarebbe rimasto per tutto il resto della vita, se una sera, come già sapete, mosso a compassione di un ciechino che domandava per carità un po’ di ricovero, non avesse aperto la porta al suo terribile persecutore.

― Potrei sapere ― disse Golasecca, appoggiandosi con le spalle alla porta che aveva richiusa dietro di sè ― potrei sapere chi è quel pietoso benefattore, che si è degnato di ospitarmi?

― Quel benefattore sono io ― rispose Pipì, alterando un poco la voce, per non essere riconosciuto.

― E voi come vi chiamate?

― Mi chiamo.... io!

― Questa voce la riconosco! ― masticò il cieco fra i denti; quindi soggiunse:

― Ditemi, mio caro benefattore, avete mai veduto per questi dintorni uno scimmiottino color di rosa?

― Degli scimmiottini ne ho veduti dimolti: ma non erano color di rosa: erano tutti di un colore verde e giallo, come la frittata cogli spinaci.