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SONETTO CXL
Quanto intender qui puote umano ingegno
Per lungo studio con la scorta cara
Del Ciel, dal cui bel lume il ver s’impara,
Credo ch’intenda il vostro spirto degno;
Sì ch’io non già per dar luce o sostegno
Al raggio de la vostra e salda e rara
Fede, per l’opre al mondo ornai sì chiara
Ch’a noi de l’altro è ben sicuro pegno,
L’imagin di Colui v’envio ch’offerse
Al ferro in croce il petto, onde in voi piove
De l’acqua sacra Sua sì largo rivo,
Ma sol perché, signor, qua giuso altrove
Più dotto libro mai non vi s’aperse
Per là su farvi in sempiterno vivo.
SONETTO CXLI
Diletta un’acqua viva a pie’ d’un monte
Quando senza arte la bell’onda move,
O quando in marmi ed oro imagin nove
Sculte dimostra un ricco ornato fonte;
Ma ’l vostro vago stil fa al mondo conte
Ambe le glorie non vedute altrove:
De la natura l’alte ultime prove
Con la forza de l’arte insieme aggionte,
La qual raccoglie così ben d’intorno
L’acqua e sì pura che vi lascia intero
De la sua vena il naturai onore.
Bembo mio chiaro, or eh è venuto il giorno
Ch’avete solo a Dio rivolto il core
Volgete ancor la bella musa al vero.