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SONETTO CLXVIII
Si vide, o si vedrà nel mondo errante
Produr dalle ben nate elette piante,
Son frutti d’una viva accesa fede;4
Mentre l’alma gentil per grazia siede
Sovra gli affetti umani, o quali e quante
Glorie le scopre il caro eterno amante,
Serbate sol, per cui più L’ama e crede!8
O benedetto Sol, ch’apre e rischiara
L’occhio immortal, sì ch’ei scorge per ombra
Quel, ch’in prima scorgea per luce chiara:11
Onde l’alma s’umilia e si disgombra
Da le sue immagin false, perchè impara,
Che ’l suo stesso veder la inganna e adombra.14
SONETTO CLXIX
Strada prendesti al Ciel da questa oscura
Valle mondana, in su volando pura,
Più ch’io non posso dir, bella e gradita:4
Era di ricco stame intorno ordita
La tua veste mortal con tal misura,
Che ’l fin di questa tua fragil figura
Ti fu principio all’altra miglior vita.8
Beato Federico, or son disciolti
I legami del sangue, e quel più caro
Nodo è ristretto, ch’a ben far mi spinse.11
Or convien, ch’io riguardi, e non ch’io ascolti
Da te le grazie, onde il Signor ti strinse
A ricever per dolce il giorno amaro.14