Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/244

Da Wikisource.


Beata lei, che ’l frutto e la radice
140 Sprezzò del mondo, e del suo Signor ora
   Altra dolcezza e sempiterna elice.
Io che da un altro Sol più vaga aurora
   Illustrata vedea, con altro caldo
   Di quel, che i nostri fiori apre e ’ncolora,
145Tenni qui gli occhi fisi, e ’l pensier saldo.

FINE