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Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/80

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SONETTO LIV.


V
ivo mio Sol, molto dell’altro eccede

   I grandi effetti il tuo divin valore;
   Porge ei col moto qui luce e calore,
   Tu allumi noi dalla tua stabil sede. 4
Per l’ombra della notte ei non si vede,
   Nè allor sente ogni clima il suo vigore,
   A te l’ombra di morte accrebbe onore;
   Siccome gli alti spirti oggi fan fede. 8
Picciola nube a quello i raggi ardenti
   Asconde, ma d’invidia, guerre e affanni
   Un folto nembo a’ tuoi raccese i lumi. 11
Quel dà luce alle stelle, agli elementi;
   Ma tu i Beati nei siderei scanni
   Con più vivo splendor rallegri e allumi. 14


SONETTO LV.


Q
uel giorno, che l’amata immagin corse

   Al cor, come ch’in pace star dovea
   Molt’anni in caro albergo, tal parea,
   Che l’umano, e ’l divin mi pose in forse. 4
In un momento allor l’alma le porse
   La dolce libertà, ch’io mi godea;
   E se stessa obliando lieta ardea
   In lei, dal cui voler mai non si torse. 8
Mille accese virtuti a quella intorno
   Scintillar vidi, e mille chiari rai
   Far di nova beltate il volto adorno. 11
Ahi con che affetto Amore, e ’l Ciel pregai,
   Che fosse eterno sì dolce soggiorno?
   Ma fu la speme al ver lunge d’assai. 14