19E poichè la sua mano alla mia pose
20Con lieto volto, ond’io mi confortai,
21Mi mise dentro alle secrete cose.
22Quivi sospiri, pianti et alti guai
23Risonavan per l’aer sanza stelle,
24Perch’io al cominciar ne lagrimai.
25Diverse lingue, orribili favelle,
26Parole di dolore, accenti d’ira,
27Voci alte, e fioche, e suon di man con elle
28Facevan un tumulto, il qual s’aggira
29Sempre in quell’aer sanza tempo tinta,
30Come la rena quando a turbo spira.1
31Et io, che avea d’error la testa cinta,
32Dissi: Maestro, che è quel ch’io odo?
33E che gente è, che par nel duol sì vinta?
34Et elli a me: Questo misero modo
35Tengon l’anime triste di coloro,
36Che visser sanza fama e sanza lodo.2
37Mischiate sono a quel cattivo coro
38Delli angeli, che non furon rebelli,
39Nè fur fedeli a Dio; ma per sè fuoro.3
40Caccianli i Ciel, per non esser men belli,4
41Nè lo profondo Inferno li riceve,
42Ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli.
43Et io: Maestro, che è tanto greve
44A lor, che lamentar li fa sì forte?
45Rispose: Dicerolti molto breve.
- ↑ v. 30. C. M. al turbo.
- ↑ v. 36. sanza infamia.
- ↑ v. 39. Terminata in o la terza singolare del verbo primitivo al passato singolare, ne venne la terza plurale con la solita giunta del ro o rono: Fuo-ro, fuo-rono. E.
- ↑ v. 40 C. M. Cacciarli.