106Poi si ritrasser tutte quante insieme,
107Forte piangendo, alla riva malvagia,
108Ch’attende ciascun uom, che Dio non teme.
109Caron demonio, con occhi di bragia,
110Loro accennando, tutte le raccoglie:
111Batte col remo qualunque s’adagia.
112Come d’autunno si levan le foglie,
113L’una appresso dell’altra, infin che ’l ramo
114Vede alla terra tutte le sue spoglie;
115Similemente il mal seme d’Adamo:
116Gittansi di quel lito ad una ad una,
117Per cenni, come augel per suo richiamo.
118Così sen vanno su per l’onda bruna,
119Et avanti che sien di là discese,
120Anco di qua nuova schiera s’aduna.
121Figliuol mio, disse il Maestro cortese,
122Quelli che muoion nell’ira di Dio,
123Tutti convegnon qui d’ogni paese,
124E pronti sono a trapassar lo rio:
125Chè la Divina Giustizia li sprona,
126Sì che la tema si volve in disio.
127Quinci non passa mai anima buona:
128E però se Caron di te si lagna,
129Ben puoi saper omai che il suo dir suona.
130Finito questo, la buia campagna
131Tremò sì forte, che dello spavento
132La mente di sudor ancor mi bagna.
133La terra lagrimosa diede vento,
134Che balenò una luce vermiglia,
135La qual mi vinse ciascun sentimento;
136E caddi, come l’uom, cui sonno piglia.