Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/202

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   158 i n f e r n o    v. [v. 25-45]

giungon dinanzi alla ruiua ec. Li lussuriosi nel mondo sono precipitati in molti altri vizi e pericoli; per quello però convenientemente finge che di là sieno precipitati. La quinta; cioè amore di sè stesso, intese quando disse: Quivi le strida, il compianto e il lamento. I lussuriosi nel mondo sono stati amatori della sua carne, e compiagnitori e lamentatori e gridatori, quando ànno cantato e composti, sonetti e canzoni d’amore; e però per conveniente pena finge l’autore che di là; cioè nell’inferno, stridano, e compiangansi e lamentinsi, se di qua ànno cantato per amore disonesto, et amatosi troppo. La sesta; cioè odio di Dio, intese quando disse: Biasteman quivi la virtù divina. Li lussuriosi nel mondo ànno in odio Idio, et insurgono contra lui; e però degnamente finge l’autore che similmente sieno nell’inferno in sì fatta ostinazione. La settima; cioè appetito della presente vita, intese quando dirà di sotto: Et ella a me: Nessun maggior dolore. Li lussuriosi ànno grande amore al mondo; e però degnamente finge che per tormento abbino quel medesimo amore nell’inferno, acciò che l’assenzia della cosa amata faccia loro dolore. L’ottava; cioè desperazione, intese quando disse: Nulla speranza li conforta. Li lussuriosi si disperano in questa vita delle cose celestiali; e però convenientemente finge che questa desperazione abbino nell’inferno: Quia in inferno nulla est redemptio. E qui finisce l‘allegorica esposizione insieme con1 la adattazione della lettera.

C. V. — v. 46-51. In questi due ternari pone l’autore una similitudine, et appresso una domanda ch’elli fa a Virgilio per quel che vede; e prima pone la similitudine, dicendo: E come i gru ec. La gruga2 è uno uccello che fa passaggio il verno alle parti caldo, e la state alle parti fresche: e quando volano per aere vanno in brigata et in ordine, sicchè alcuna volta mostrano una figura, et alcuna volta un’altra; quando a modo d’un V, quando a modo d’un L, quando a modo d’un I, e così dell‘altre figure, e vanno gridando al lor modo, e però aggiugne: van cantando lor lai; cioè lor grida, Facendo in aere di sè lunga riga: però che vanno in ordine l‘una dietro all‘altra, sicché mostrano varie figure come detto è. Così vidi’io venir, traendo guai. Qui aggiugne l‘ assimigliato alla similitudine; cioè in quell’ordine e così gridando suoi lamenti. Ombre; cioè anime, portate dalla detta briga; cioè da quella bufera della quale fu detto di sopra. Perch’io dissi: Maestro. Qui pone la sua dimanda; come perciò domandò Virgilio: chi son quelle Genti, che l’aura nera sì gastiga? Di sopra l’autor pose in generale li pecca-

  1. insieme a l’adattazione
  2. C. M. La gruva