19Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa
20Nuove travaglie e pene, quante io viddi?1
21E perchè nostra colpa sì ne scipa?2
22Come fa l'onda là sovra Cariddi,
23Che si frange con quella, in cui s’intoppa;
24Così convien, che qui la gente riddi.
25Qui vid’io gente più ch’altrove troppa,3
26E d'una parte, e d’altra, con grandi urli,
27Voltavan pesi per forza di poppa.
28Percoteansi incontro, e poscia pur li 4
29Si rivolgea ciascun, voltando a retro,
30Gridando: Perchè tieni, e perchè burli?
31Così tornavan per lo cerchio tetro
32Da ogni mano all'opposito punto,
33Gridandosi anco loro ontoso metro.
34Poi si volgea ciascun, quand’era giunto,
35Per lo suo mezzo cerchio, all'altra giostra.
36Et io, ch’avea lo cor quasi compunto,
37Dissi: Maestro mio, or mi dimostra
38Che gente è questa, e se tutti fur cherci
39Questi chercuti alla sinistra nostra.
40Et elli a me: Tutti quanti fur guerci
41Sì della mente, in la vita primaia,
42Che con misura nullo spendio ferci.
43Assai la voce lor chiaro l’abbaia,
44Quando vengono ai due punti del cerchio,
45Dove colpa contraria li dispaia.
- ↑ v. 20. C. M. Nuovi tormenti
- ↑ v. 21. C. M. se ne scipa?
- ↑ v. 25. Lì vid’io
- ↑ v. 28. "pur li". Gli antichi ad indicare "in quel luogo" usarono "illi" o "li", derivandoli dall’"illic" latino. E.