Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/288

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46Quell’è Megera dal sinistro canto:
     Quella, che piange dal destro, è Aletto:
     Tesifone è nel mezzo; e tacque a tanto.
49Con l’unghie si fendea ciascuna il petto:
     Batteansi a palme e gridavan sì alto,
     Ch’io mi strinsi al Poeta per sospetto.
52Vegna Medusa: sì il farem di smalto,
     Dicevan tutte, riguardando in giuso:
     Mal non vengiammo in Teseo l’assalto.
55Volgiti in dietro, e tien lo viso chiuso:
     Chè se il Gorgon si mostra, e tu il vedessi,
     Nulla sarebbe di tornar mai suso.
58Così disse il Maestro; et elli stessi1
     Mi volse, e non si tenne alle mie mani,
     Che con le sue ancor non mi chiudessi.2
61O voi, che avete l’intelletti sani,
     Mirate la dottrina, che s’asconde
     Sotto il velame delli versi strani.
64E già venia su per le torbide onde
     Un fracasso d’un suon pien di spavento,3
     Per cui tremavan amendue le sponde.
67Non altrimenti fatto che d’un vento
     Impetuoso per li avversi ardori,
     Che fier la selva, e sanza alcun rattento
70Li rami schianta, abbatte fronde e fiori,4
     Dinanzi polveroso va superbo,
     E fa fuggir le fiere e li pastori.

  1. v. 58. Presso gli antichi incontrasi elli ed ello, stesso e stessi per caso reggente o soggetto. E.
  2. v. 60. Chiudessi. Ora la terza persona singolare dell’imperfetto condizionale cade in e; ma in antico finiva pure in i. E.
  3. v. 65. C. M. di suon
  4. v. 70. abbatte e porta fiori,