19Tutti son pien di spirti maladetti;
20 Ma perchè poi ti basti pur la vista,1
21 Intendi come e perchè son costretti.
22D’ogni malizia, che odio in Cielo acquista,
23 Ingiuria è il fine; et ogni fin cotale
24 O con forza o con frode altrui contrista.2
25Ma perchè frode è dell'uom proprio male,
26 Più spiace a Dio; e però stan di sutto3
27 Li frodolenti, e più dolor li assale.
28De’ violenti il primo cerchio è tutto;
29 Ma perchè si fa forza a tre persone,
30 In tre gironi è distinto e costrutto.
31A Dio, a sè, al prossimo si puone4
32 Far forza; dico in loro et in lor cose,
33 Come udirai con aperta ragione.
34Morte per forza e ferute dogliose
35 Nel prossimo si danno, e nel suo avere
36 Rovine, incendi e tollette dannose;
37Onde omicide, e ciascun che mal fiere,5
38 Guastatori e predon tutti tormenta
39 Lo giron primo per diverse schiere.
40Puote uomo aver in sè man violenta,
41 E nei suoi beni; e però nel secondo
42 Giron convien che sanza pro si penta
43Qualunque priva sè del vostro mondo,
44 Biscazza e fonde la sua facultate,
45 E piange là dov’esser dee giocondo.
- ↑ v. 20. C. M. ti basti più la vista,
- ↑ v. 24. alcun contrista: e il Cod. M. altri contrista.
- ↑ v. 26. Sutto, dal subtus de’ Latini. E.
- ↑ v. 31. Puone; può. Gli antichi, perchè la voce avesse una certa posa, aggiugnevano un’e in fine di alcune parole, e talvolta acciochè dallo scontro di due vocali non ne venisse un suono troppo smaccato, tramettevano una n. E.
- ↑ v. 37. Omicide, plurale di omicida, così presso gli antichi per uniformità di cadenza. E.