Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/350

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306 i n f e r n o   xi. [v. 52-66]


C. XI — v. 52-60. In questi tre ternari l’autor nostro finge come Virgilio seguita la sua distinzione incominciata de’ cerchi sì, che poi ch'à detto del vii, dice ora dell'viii, ove pone che si puniscano li frodolenti che ingannano chi non si fida; e prima distingue la frode e poi dice dell'uno membro, dicendo: La frode, ond'ogni coscienzia; cioè della quale ciascuna coscienzia; cioè di colui che l’usa, è morsa; questo dice, perchè ciascuno che l’usa n’à rimordimento di coscienzia, Può l’uomo usare in chi di lui si fida; e questa è una spezie più grave e chiamasi tradimento; e perchè è più grave però finge che sia punita nel nono cerchio et ultimo dell’inferno, Et in quel che fidanza non imborsa; cioè in chi non si fida; e questa è l’altra spezie men grave: imperò che questa fa pur contro alla carità del prossimo, che è imposto all'uomo da natura. E la prima fa contra la carità naturale del prossimo et ancora contra la speciale; cioè contra la fede e però è più grave, e come è più grave finge che sia punita nel nono cerchio, come è detto; ma l'altra che è meno grave; finge che sia punita nell'viii cerchio, e però manifestando questo dice: Questo modo di retro; cioè della frode contra chi non si fida, par che uccida; cioè rompa, Pur lo vincol d’amor; cioè lo legame d’amor naturale tra l’uno uomo e l’altro, che fa natura: imperò che legge di natura è che l’uno uomo ami l’altro e serva. Onde nel cerchio secondo; cioè viii che è secondo a questo che si chiama vii, s’annida; cioè s’alloga per essere punite le infrascritte spezie, che si contengono nella seconda spezie della frode men grave, Ipocresia; che è mostrarsi buono et essere reo; a questo intende l’ipocriti 1, lusinghe; cioè li lusinghieri, e chi affattura; cioè li maliosi, Falsator; cioè falsatori di moneta, di scrittura e d’ogni altra cosa, ladroneccio; cioè rubatori. che usano ladroneccio, e simonia 2; di chi mercata le cose sacre, Ruffian; cioè ingannatori di femmine, baratti; cioè barattieri che vendono le grazie de’ loro signori, e simile lordura; cioè altre spezie simili a queste, delle quali si dirà di sotto nel suo luogo pienamente e distintamente.

C. XI-v. 64-66. In questi due ternari l'autor nostro finge che Virgilio dichiara, come quelli che frodano l’amore della natura e la fede, che è doppio inganno, sono puniti nel ix cerchio, dicendo così: Per altro modo; cioè da quelli che sono detti di sopra, quello amor s’oblia; cioè si dimentica, Che fa natura; cioè che viene da natura: imperò che da natura è che l’uomo 3 ami l’altro, e quel; cioè amore, che è poi aggiunto; cioè al naturale, Di che la fede special si

  1. C. M. buono, essendo rio, e per questo s’intende l’ ipocriti,
  2. C. M. simonia; cioè venditori delle cose sante, che commettono simonia, Ruffian;
  3. C. M. l’uno omo