Vai al contenuto

Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/352

Da Wikisource.
308 i n f e r n o   xi. [v. 67-75]

altro, e riduceli a mente una distinzione che fa Aristotile nell’Etica di tre spezie di peccati che il cielo caccia da sè; cioè d’incontinenzia, malizia e bestialità: e come incontinenzia meno offende ldio che li altri due; e per tanto mostra che sia convenevole che sieno puniti di fuori dalla città Dite. Udita questa dichiarazione, Dante la commenda, e domanda dichiarazione d’uno detto di Virgilio nella passata lezione; cioè quando disse che s’offendea la divina bontà, dicendo: Come si può offendere ldio, dichiarami questo; cioè o dal soddomito o dall’usuriere? A che Virgilio risponde, come la filosofia dichiara in più luoghi come la natura piglia corso dal divino Intelletto; e nel primo libro della Fisica 1 si contiene come l’arte seguita la natura quanto può. Onde seguita che la natura sia figliuola di Dio, perchè sanza mezzo viene da lui, et è l’arte figliuola della natura, perchè viene da lei 2, e nipote di Dio; e da queste due cose; cioè dall’arte e dalla natura, come appare nel Genesi, convenne nel 3 principio del mondo li uomini pigliar suo corso et avanzar l‘uno l’altro; e perchè l’usuriere tiene altra via; cioè ch’elli spregia natura in quanto non istà all’ operazion della natura, anzi vuole che il danaio faccia il danaio che è contro a natura: e similmente spregia l’arte; cioè che non vuol fare alcuna arte, però seguita che offenda la divina bontà; e così lo soddomito che fa contra natura. E poi conchiude e continua lo suo processo, dicendo Virgilio: Seguitami tu Dante: chè mi piace d’andare: chè lo segno che si chiama Piscis appare nell’Oriente e il Carro della Tramontana giace tutto sopra quella parte 4 che si chiama Coro, sicché andiamo a dismontare colà oltre il balzo. Ora è da vedere il testo con le allegorie e moralità.

C. XI — v. 67-75. In questi tre ternari l’autor nostro finge che li commendasse la distinzione di Virgilio posta di sopra, e com’elli lo domandasse che li dichiarasse, perchè quelli che sono puniti nelli quattro cerchi posti di sopra, fuor della città Dite, non sono puniti dentro, dicendo così: Et, io; cioè Dante dissi, s’intende: Maestro, assai chiara procede La tua ragione; detta di sopra, distinguendo le spezie de’ peccati e li cerchi che aveano a cercare, e però aggiugne: et assai ben distingue Questo baratro; cioè questo luogo cupo et oscuro, e il popol che possiede; cioè i peccatori che ci sono dentro; e commendato lo detto di Virgilio, muove uno dubbio dicendo: Ma dimmi; tu Virgilio: Quei della palude pingue; che si chiama Stige; cioè quelli del quinto cerchio, de’ quali fu detto di sopra ove

  1. C. M. della Filosofia
  2. C. M. da lei è nipote
  3. C. M. dal principio
  4. C. M. parte, unde vien quel vento, che si chiama