Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/421

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questo si nota la moltitudine divisa in più e in più brigate; e perchè dice nude, si nota una delle pene dell’anime che quivi erano punite, ch’erano nude; perchè noiasse loro lo fuoco, Che piangean tutte assai miseramente; e per questo nota la gravezza della pena che sosteneano, E parea posta lor diversa legge; e per questo manifesta che differenzia era in quelle pene, e seguentemente dichiara qual fosse, dicendo: Supin giacea in terra; cioè in su quella rena, alcuna gente; di quelli ch’erano nel terzo girone, e questi erano li violenti contro a Dio, come si dirà di sotto, Alcuna si sedea tutta raccolta; cioè stretta, per toccare meno della rena, e questi erano li violenti contra la natura e l’arte, Et altra andava continuamente; di quelli dannati intorno per lo girone, e questi erano li violenti pur contra la natura. Quella, che giva intorno; cioè quest’ultima, era più molta; che l’altra che giacea: imperò che li violenti contra la natura erano molti più che li violenti contro a Dio, e che li violenti contra la natura e contra l’arte, E quella men; s’intende era quella ch’andava d’intorno, et ancora di quella che sedea, che giacea al tormento; cioè rovescio 1; Ma più al duolo avea la lingua sciolta: imperò che più si dolea e lamentavasi. Sopra tutto il sabbion; cioè sopra tutta quella rena. Sabbione è rena grossa e 2 piena di pietrelle piccoline; ma quella era rena sottile e sanza pietre; ma impropriamente la chiama sabbione, come è usanza delli autori di transumere i vocaboli. d’un cader lento; cioè cadendo lentamente, Piovean di fuoco dilatate falde; cioè ampie fiaccole, Come di neve in alpe sanza vento; cioè come nevica la neve a falde nell’alpi, quando non è vento: imperò che quando è vento la rompe e 3 nevica più minuta. Ora è qui da notare che l’autore in questo luogo tratta d’alcuna spezie di superbia, d’ira, di lussuria e d’avarizia in quanto vengono 4 per propia malizia o bestialità; e sono contenute sotto la violenzia: imperò che inducono l’uomo a fare violenzia, e però tratta qui de’ violenti contro a Dio e contra le cose sue; cioè contra la natura e contra l’arte generalmente. E poi seguita in particulare pur di Capaneo, che fu violento contra a Dio; e nel xv e xvi canto, de’ violenti contra la natura; e nel xvii canto, de’ violenti contra la natura e l’arte, a’ quali tutti l’autore pone una pena; cioè che sono puniti in fuoco piovente di sopra, come detto è; et accendendosi di sotto la rena arida e secca che s’accende, come l’esca sotto il fucile quando si batte. E questa pena è correspondente a tale peccato: imperò che come li violenti contro a Dio e le sue cose usano violenzia più alta che usar si possa, però deono esser puniti da più

  1. C. M. cioè riverta;
  2. C. M. grossa e petrucolosa; ma quella
  3. C. M. rompe e viene più
  4. C. M. vegnano per