Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/776

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732 i n f e r n o   xxviii. [v. 127-142]

in quella battaglia Assalone; di che Davit ne fu molto tribolato, come scritto è nella Bibbia nel Libro de’ Re, coi malvagi pungelli; cioè coi malvagi consigli e conforti. Perch’io parti’ così giunte persone; cioè come il padre e il figliuolo; et assegna qui la cagione della convenienzia della sua pena: Partito porto il mio cerebro, lasso; cioè io abbattuto e tristo porto partito lo mio capo, intendendo lo capo per lo cerebro! Dal suo principio; cioè dal cuore ch’è fonte di vita al cerebro et a tutti li membri del corpo quanto allo spirito vitale, e il fegato è quanto al sangue et al nutrimento, che è in questo troncone; cioè lo cuore e il fegato, che sono principio della vita del cerebro, sono in questo busto diviso da me: Così si osserva in me lo contrapasso 1; cioè com’io passai contra lo debito della ragione, facendo tale divisione; così la giustizia passa contra lo debito della natura in rendermene debita pena; e così conchiude la sua pena essere conveniente. E qui finisce lo xxviii canto: seguita lo xxix.

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  1. Bernardo Segni dichiarando l’Etica d’Aristotile, riferisce questo verso e vi aggiugne «Questo contrapasso da’ nostri dottori di legge è detto la pena del talione, perchè tale sia il castigo, quale è stato il danno». Lib. v. E.