100Lo buon Maestro a me tutto s’accolse
101 Dicendo: Dì a lor ciò che tu vuoli;1
102 Et io incominciai, poscia ch’ei volse:
103Se la vostra memoria non s’imboli2
104 Nel primo mondo dall’umane menti;
105 Ma s’ella viva sotto molti Soli,
106Ditemi chi voi siete, e di che genti:
107 La vostra sconcia e fastidiosa pena3
108 Di palesarvi a me non vi spaventi.4
109Io fui d’Arezzo, et Albero da Siena,5
110 Rispose l’un, mi fe mettere al fuoco;
111 Ma quel per ch’io mori’ qui non mi mena.
112Ver è, ch’io dissi a lui, parlando a giuoco:
113 Io mi saprei levar per l’aere a volo;
114 E quei ch’avea vaghezza, e senno poco,
115Volle ch’io gli mostrasse l’arte; e solo,
116 Perch’io nol feci Dedalo, mi fece
117 Ardere a tal, che l’avea per figliuolo.
118Ma nell’ultima bolgia delle diece
119 Me per l’alchimia, che nel mondo usai,
120 Dannò Minos, a cui fallar non lece.
121Et io dissi al Poeta: Or fu giammai
122 Gente sì vana, come la sanese?6
123 Certo non la francesca, sì d’assai.7
124Onde l’altro lebbroso, che m’intese,
125 Rispose al detto mio: Trane lo Stricca,89
126 Che seppe far le temperate spese,
- ↑ v. 101. Vuoli; non viene raro negli antichi poeti e prosatori; ma oggi si preferisce vuoi. Nasce da volere, voglio, come suoli da solere, soglio. E.
- ↑ v. 103. C. M. s’involi
- ↑ v. 107. C. M. faticosa pena
- ↑ v. 108. C. M. palesarmi
- ↑ v. 109. C. M. Alberto
- ↑ v. 122. C. M. senese?
- ↑ v. 123. C. M. è si
- ↑ vv. 125 130. Trane; ne tra, ne cava, ne togli, e viene dall’infinito trare. L’uso richiede ora trai o tragga o traggi. E.
- ↑ v. 125. Tramene Stricca,