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INFERNO. — Canto X. Verso 14 a 15 211

     Con Epicuro tutti i suoi seguaci,
     Che l’anima col corpo morta fanno. 15




operazione; e la propria operazione dell’anima è intendere1, e intender non si può senza fantasia, che è organo corporeo, sicome scrive Aristotile in tertio De anima: adunque l’anima non può rimanere partita dal corpo.

Contra li quali errori è al primo la intenzione di Salomone in lo secondo della Sapientia, in la quale elli aduce quella ragione in persona delli inscienti. Elli è ben vero li uomini e li animali bruti hanno simile principio di creazione quanto al corpo, ma quanto all’anima no, perchè 1’ anima delli animali bruti è prodotta da virtù di corpi, l’anima umana è da Dio immediata, sicome è scritto innlo Genesis, che dice adesso dellianimali bruti: producat terra animales viventes; e quando dell’uomo dice: spiravit in faciem ejus spiraculum vitæ. Si che si può conducere quel che è scritto in lo Ecclesiastico, capitolo ultimo: repertat pulvis in terram suam undem exiit, et spiritus redent ad Deum qui misit illum. Similmente è differenzia in lo processo della vita quanto alla anima, che li uomini intendono e li animali bruti no. Ma quanto al corpo son simili, sicome è scritto in lo Ecclesiastico: similiter spiravit anima; e in lo libro della Sapientia II: fumus conflatns est in naribus nostris.

Contra la seconda ragione, che è: quello che è creato di niente dee tornare in niente; è da sapere che creare non dice possanza di cosa creata, ma dice potere del creatore, la qual possanza attiva può producere di niente alcuna cosa. E cosi elli sta in la vertù del creatore a ridurre ogni cosa che è in niente, e non in la creatura. E perciò perchè una cosa si è creata di niente non si segue perciò che debbia ritornare in niente, salvo che egli è la volontà del creatore, in lo qual sta tutta la possanza.

Contra la terza ragione è che intender l’anima con fantasia e organo corporale è proprio in quanto l’anima è unita col corpo. Quando ella è separata e disgiunta dal corpo, hae altro modo d’intendere, lo qual modo è simile alle substanzie separate, come alli angeli. Circa lo qual dubbio, overo errore, ch’hanno li Epicurii, è da notare, ed è contra essi, che l’anima umana, la quale è appellata intellettivo principio, è incorruttibile: e mostrasi in questo modo.

In due modi si puonno corrompere le cose; l’uno modo per se stesse, l’altro modo per accidente. Accidente è cosa estranea che sovravegna ad alcuna altra cosa; sicome è scritto in Dialettica in li Cinque Universali; — accidens est quod adest et abest propter subiecti corruptionem. Ma si posson le cose corrompere per cagione estranea, e questa è appellata per accidens; mo è impossibile che alcuna subsistenzia, cioè cosa, ch’abbia per sè essere, si possa per accidens corrumpere: la cagion si è ch’ella non è suddita a gene

  1. L’Ottimo invece di operazione ha opinione, cosi non s’intende più nulla.