Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/238

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XII.



In questo capitolo1 intende l’autore punire li tiranni, e punisceli in sangue che bolle continuo. E cosi come furono al mondo contra la persona e aver del prossimo e spanditori di sangue umano senza alcuna pietade, cosi la giustizia di Dio li punisce e stimolali in sangue, e molto spesso ricevono saette da quelli Centauri, li quali son messi per sovrastanti a quello girone. Circa la qual cosa è da notare come la tirannica signorìa è pestifera e malvagia in prima per la disposizione che li conviene avere in sè ed in suo animo; secondo, d’ovre che le convegnono fare: tutta la intenzione del tiranno è solo al bene di lui proprio, lo quale per la sua perversitade conviene essere male di tutto lo rimagnente. Elli è iracundioso acciò che li sudditi per forza non sperino in alcuna sua tranquillitade nè riposamento di suo animo: e questo li rimuove a dimandarli alcuna grazia e dono che sia ben d’essi. È sanguinolento, cioè non ha remedio del sangue umano, che tale hae a fare morire a mala morte mille come uno: e questo fae acciocché alcuno non presuma contra di lui che adesso non sia morto. E irrazionabile, robusto e fiero che tal se all’uomo non li trova una fiera cagione, fallo morire; e questo perchè non si fida, che sempre teme che altri non voglia pensare di suo distruggimento. È salvatico che mai con li suoi cittadini non usa a dimestichezza nò familiaritade; e questo perchè non lo cognoscono nè lo trovano lassivo nè abile alli loro voleri. Guarda lo tiranno quanto s’adovra a non lassar crescere niuno savio nè scritturato in la sua città, temendo che ’l senno di quelli non li nocesse alla sua signoria. Similemente dissipa li ricchi , acciò che con lo suo avere non li nocesse alla sua signorìa. Ancora tolle le fortilizie si della città come del contado d’ogni singolare persona come torre, castella ec.; acciò che elli non possano turbare sua signorìa. Convièneli vivere con gente strania e di mala condizione, li quali per la sua crudeltà tegnono sotto paura tutto lo popolo: fanno eziandio oltraggio in le donne e figliuole sorelle de’suoi cittadini per condurli a desperazione, acciò ch’elli li possa trovare cagione di dissiparli del mondo. E però c’ hanno li tiranni tal condizione nel mondo, si li accompagna con quelli centauri, li quali sono monstruosi animali, come apparirà nel testo. E perché le cose non si puonno cognoscerle bene dallo intelletto umano, se non quando hanno li suoi contrarli apresso, sicome dice Aristotile in Dialettica: apposita iuxta seposita magis elucescunt.

  1. Molto scorretto, e in moltissimi tratti è mancante questo esordio nel Ricc.